Fiat accerchiata, governo e sindacati chiedono chiarezza su impegno in Italia
Le prove di retromarcia di Fiat sul progetto Fabbrica Italia stanno scatenando una bufera nel mondo politico e sindacale. Dopo il duro attacco di Diego Della Valle, con il patron della Tod’s che ha parlato di scelte sbagliate da parte degli azionisti e di a.d. inadeguato, il governo è intervenuto sulla vicenda chiedendo spiegazioni alla Fiat. Il ministro del Lavoro, Elsa Fornero, ha messo a disposizione dell’a.d. di Fiat Sergio Marchionne delle date utili nei prossimi giorni per discutere circa i piani del gruppo a livello di investimenti e occupazionale dopo la nuova presa di posizione del gruppo in merito all’impegno in Italia. La Fornero ha precisato che al momento non è arrivata alcuna risposta da Marchionne, ma confida che l’incontro abbia luogo già nei prossimi giorni, sottolineando le responsabilità che il management di Fiat ha nei confronti non solo degli azionisti ma anche dei lavoratori.
Prima della Fornero si era espresso anche il ministro dello Sviluppo Economico, Corrado Passera, affermando che il governo farà tutto il possibile, nell’ambito delle norme, “per assicurare che le responsabilità che Fiat ha preso nei confronti dell’Italia vengano rispettate e ben chiarite”.
Non è mancata la presa di posizione dei sindacati che invitano il governo a prendere in mano la situazione. Da Roma il segretario della Cgil, Susanna Camusso, ha tuonato dicendo che l’azienda torinese “sta prendendo in giro tutto il Paese”. Il segretario della Cisl, Raffaele Bonanni, ha chiesto a Marchionne un chiarimento pubblico con noi prima di presentare il piano a ottobre in modo da fugare ogni equivoco.
La nota della discordia diffusa dal Lingotto
Il Lingotto, a seguito delle preoccupazioni sollevate dal mondo politico e sindacale, il 13 settembre ha precisato in una nota il fatto che da quando Fabbrica Italia è stata annunciata nell’aprile 2010 le cose sono profondamente cambiate. “Il mercato dell’auto in Europa è entrato in una grave crisi e quello italiano è crollato ai livelli degli anni settanta – rimarca il gruppo automobilistico torinese – ed è quindi impossibile fare riferimento ad un progetto nato due anni e mezzo fa. E’ necessario che il piano prodotti e i relativi investimenti siano oggetto di costante revisione per adeguarli all’andamento dei mercati”. Inoltre Fiat ha sottolineato che la con la Chrysler oggi rappresenta una multinazionale e quindi “ha il diritto e il dovere di compiere scelte industriali in modo razionale e in piena autonomia, pensando in primo luogo a crescere e a diventare più competitiva, senza dimenticare l’importanza dell’Italia e dell’Europa”.