L’ingessatura del credito fa paura, l’Euribor sale ancora
La situazione del credito mondiale non è buona, direbbe Adriano Celentano. Dalla Fed e dalla Bce però, Eric Rosengren e Joaquin Almunia hanno usato oggi espressioni anche più forti, sintetizzabili nella previsione che le condizioni del credito andranno di male in peggio.
“La crisi dei mutui subprime prima di migliorare dovrà ancora peggiorare” ha detto ad esempio il presidente della Federal Reserve Bank di Boston, Eric Rosengren. Quanto male dipenderà dall’outlook per l’economia e soprattutto per il mercato immobiliare. “La nostra previsione dipende da quanto scenderà il prezzo delle case”, ha spiegato Rosengren, che ha anche auspicato un’estensione dei termini dei finanziamenti correnti da parte dei prestatori.
Parole non troppo differenti da quelle pronunciate stamane al convegno Eurofi dal commissario Ue agli Affari economici e monetari Joaquin Almunia, secondo cui le condizioni globali del credito sarebbero destinate a peggiorare ulteriormente. Una prospettiva che non potrà non riflettersi sull’intera economia passando dalle restrizioni al credito.
Intanto il tasso Euribor si è mosso anche oggi verso l’alto, indicando il permanere di uno stato di mercato del credito interbancario ingessato. Il tasso Euribor a un mese, dopo l’impennata di giovedì, ha ulteriormente esteso il proprio rialzo, arrivando al fixing al 4,834%. Il tasso di interesse medio delle transazioni tra le principali banche europee ha raggiunto il valore più alto dalla metà del 2001. Non una cosa da poco se si considera che l’Euribor è il tasso a cui nella maggior parte dei casi sono legati i mutui a tasso variabile sottoscritti in Italia.
Oltre che sul credito le tensioni si fanno sentire anche sull’economia reale. L’economista di Merrill Lynch David Rosenberg, ha già reso noto di attendersi una recessione nel 2008 negli Stati Uniti. Alle 16.00 di oggi poi si è saputo che in novembre il settore manifatturiero è cresciuto al tasso più basso degli ultimi 10 mesi.
Che un possibile travaso dei problemi dal credito all’economia preoccupi anche le alte sfere politiche è confermato dal fatto che il presidente Bush ha nuovamente incoraggiato il lancio di un ulteriore piano di salvataggio per limitare gli effetti della crisi subprime. Hope Now Alliance, questo il nome del piano, prevede che un gruppo di banche e istituzioni finanziarie mantengano invariati i tassi d’interesse ai livelli attuali per parte dei mutui subprime originariamente sottoscritti a tasso variabile.