L’India guida la riscossa degli emergenti

Cambio radicale di scenario per i mercati emergenti. Se fino a pochi mesi fa rappresentavano l’anello debole dei mercati azionari, complice l’azione della Federal Reserve e le prospettive di crescita meno sostenuta di Paesi guida quali Cina e Brasile, ora lo scenario è mutato alpositivo. Negli ultimi due mesi gli afflussi sono tornati a baciare le principali realtà emergenti e l’indice Msci Emerging Markets si è spinto repentinamente sui massimi a 6 mesi nonostante il saldo a 12 mesi rimanga ancora lievemente negativo compici soprattutto le difficoltà di alcuni Paesi, in particolare la Russia complice la crisi Ucraina. Si distinguono in positivo invece realtà quali il Brasile (oltre +10% negli ultimi due mesi) che erano rimaste indietro nell’ultimo anno o come l’India la cui Borsa ha addirittura aggiornato i propri massimi storici sull’onda delle attese per l’esito delle elezioni politiche.
Nonostante il rallentamento del ritmo di crescita, i cosiddetti Briics (Brasile, Cina, India, Indonesia, Russia e Sudafrica) dovrebbero comunque continuare a riportare tassi di espansione ragguardevoli con le ultime stime dell’Ocse che vedono un +5,3% quest’anno e del 5,7% nel 2015. “Nelle aree emergenti si registra un miglioramento in base agli ultimi incoraggianti dati degli indici PMI. Per il secondo trimestre, gli indicatori del mercato cinese suggeriscono un rimbalzo trainato da esportazioni e vendite al dettaglio”, rimarca il barometro di maggio curato dalla Strategy Unit di Pictet Asset Management che consiglia un sovrappeso sugli emergenti alla luce delle valutazioni interessanti che offrono.
Tornano i flussi su azioni e bond emergenti
Anche sul mercato degli ETF si è registrato lo scorso mese un ritorno di fiamma verso questi mercati, sia sul versante azionario sia obbligazionario. Gli ETP azionari dei Paesi emergenti hanno raccolto nel complesso 5,9 miliardi di dollari ad aprile (dati ETP Landscape, BlackRock), il primo mese positivo da ottobre. Gli ETP obbligazionari dei emergenti hanno contribuito per 1,3 miliardi di dollari, il miglior mese da ottobre 2012, con gli investitori hanno continuano a preferire fondi denominati in valuta forte rispetto a quelli in valuta locale. Focalizzandosi sul mercato europeo, il monthly report di DeAWM evidenzia come ad aprile gli investitori europei hanno focalizzato i loro investimenti al di fuori dell’Europa, in particolare nei mercati emergenti globali con flussi per 1,2 miliardi di euro nonostante le turbolenze politiche in Russia e Ucraina.
India da record grazie a effetto elezioni
Scandagliando le performance dei vari mercati emergenti spiccano poi delle eccellenze in grado di garantire ritorni a doppia cifra. In particolare le ultime settimane hanno segnato una repentina accelerazione dell’India in coincidenza con la lunghissima tornata elettorale durata oltre 5 settimane, divisa in 10 tappe per permettere il voto degli 815 milioni di elettori indiani. In attesa dell’esito ufficiale della maratona elettorale partita il 7 aprile e conclusasi il 12 maggio, le urne sembrano avere dato una chiara maggioranza all’opposizione guidata dal partito di centro destra Bjp di Narendra Modi. Il Bjp secondo gli exit poll pubblicati subito dopo la chiusura delle urne dovrebbe avvicinarsi alla soglia dei 252 seggi con cui ci si assicura la maggioranza assoluta nel Lok Sabha (Camera Bassa) con quindi la strada spianata per Modi al ruolo di nuovo premier. Esito visto positivamente dagli analisti perché dovrebbe permettere al paese di implementare le riforme volte a rilanciare la crescita economica e gli investimenti.
L’indice di riferimento indiano, l’S&P BSE Sensex, ha aggiornato ripetutamente in questi giorni i massimi storici e segna un saldo positivo a doppia cifra di oltre il 21% negli ultimi 12 mesi. “Il mercato è piuttosto caro, ma crediamo che ci siano opportunità per investitori selettivi che identificano le aree valutate in modo interessante che dovrebbero beneficiare delle riforme”, rimarca Matthew Vaight, gestore del fondo M&G Global Emerging Markets.
In generale le prospettive del subcontinente indiano appaiono solide. Il Fondo Monetario Internazionale vede un rafforzamento della congiuntura indiana nel corso di quest’anno grazie alla sponda dell’export e al confermarsi della domanda interna. L’economia indiana è vista progredire al ritmo del 5,4% quest’anno dal 4,4% nel 2013.
Per investire sull’India sul mercato ETFPlus di Piazza Affari sono presenti 3 ETF che si rifanno a due indici differenti dell’azionario indiano. L’Amundi Msci India Ucits ETF e il Lyxor Ucits Etf Msci India si rifanno entrambi all’MSCI India che attualmente è composto da 69 titoli con una prevalenza settoriale dei finanziari (24%), seguito da tecnologici (20,5%) ed energetici (13,2%). Il Db X-Trackers Cnx Nifty Ucits ETF si rifà invece all’S&P CNX NIFTY NSE 50 Index che comprende 50 società indiane con una prevalenza leggermente più marcata dei finanziari (28%). Tutti e tre capitalizzano al loro interno i dividendi e espongono l’investitore al rischio cambio, ossia alle fluttuazioni del cambio euro/rupia indiana.