Incubo Trump per Btp e spread, sfuma effetto tagli Bce. Ecco cosa rischia l’Italia
Donald Trump e il suo MAGA (Make America Great Again) fanno uno sgambetto alle speranze dell’Italia di veder scendere la spesa per interessi sul debito pubblico. L’esito delle elezioni Usa, oltre a deprimere l’azionario europeo a causa dell’incombere di nuovi dazi, ha penalizzato i titoli di Stato italiani con rendimenti in ascesa e spread Btp-Bund tornato ad allargarsi.
Treasury bastonati
All’euforia di ieri a Wall Street post esito voto, fa da contraltare l’umore diametralmente opposto dei bond. Oltreoceano i rendimenti dei Treasury si sono spinti a ridosso dell’area 4,5%, nei pressi dei massimi a sei mesi, sui timori che le politiche che metterà in atto Donald Trump andranno a infiammare l’inflazione e quindi rallentare il percorso di discesa dei tassi. Addirittura, si inizia a scommettere su uno stop del ciclo di tagli dei tassi Fed già nella prima parte del 2025.
Stando alle stime del Committee for Responsible Budget, il programma di Trump comporterebbe un aumento del deficit di circa 8.000 miliardi di dollari nell’arco di dieci anni. “L’enorme spesa, da un lato, determinerebbe un potenziale rialzo dell’inflazione, dall’altro, richiederebbe un notevole incremento delle emissioni di Treasury. Comprensibile, pertanto, la reazione del mercato, che ha visto il rialzo dei tassi Treasury Usa a medio/lungo termine, con il conseguente allargamento degli spread tra i tassi Usa e quelli europei, che a sua volta ha comportato un marcato apprezzamento del dollaro”, commenta Antonio Cesarano, Chief Global Strategist, Intermonte.
Secondo Gabriel Debach di eToro i tassi a medio/lungo termine potrebbero stabilizzarsi, in attesa di verificare se e quanto sarà l’entità del possibile rigurgito inflattivo nel corso del 2025, causato anche dalle politiche protezionistiche”.
Spread si allarga, rendimento Btp oltre 3,7%
In Europa ad avere la peggio sono stati invece i titoli di Stato dei Paesi periferici con il flight to quality che ha premiato i bund tedeschi. Lo spread tra il Btp decennale e il pari scadenza tedesco è balzato ieri a 132 punti dai 125 punti della vigilia e allontanandosi dai minimi a tre anni in area 120 toccati nelle scorse settimane. E si segnala l’aumento del rendimento del Btp a 10 anni al 3,71%, rispetto al 3,66% di martedì. Rendimenti che sono tornati sopra a quelli di inizio anno, smentendo di fatto le aspettative di una diminuzione del costo del debito in scia ai tagli della Bce (già tre tagli di 25 pb da giugno a ottobre).
Lo scorso mese il Btp decennale si era anche spinto sotto quota 3,4% di rendimento.
L’aumento dei rendimenti va di fatto a intralciare le speranze riposte da Giorgetti e in generale dal governo Meloni di vedere scendere velocemente la spesa che l’Italia sborsa per ripagare gli interessi sul debito.
Economia UE sotto scacco
I rischi di una guerra tariffaria con gli Stati Uniti rischiano di compromettere la già fragile economia europea. Si rischia anche una divergenza nelle politiche monetarie. “La Bce potrebbe trovarsi costretta a sostenere maggiormente l’economia con tagli dei tassi, mentre la Fed potrebbe dover contenere spinte inflazionistiche causate da una politica fiscale troppo espansiva. Il riflesso di queste dinamiche è stato evidente sia sul cambio EUR/USD sia nel mercato obbligazionario”, argomenta Gabriel Debach, market analyst di eToro.
Oxford Economics stima che i dazi di Trump potrebbero portare via 0,1 punti percentuali di crescita in Europa nel 2026 e addirittura 0,3 nel 2027 e nel 2028. L’America potrebbe anche “esportare” inflazione causata sia dai dazi Usa sia dall’apprezzamento del dollaro.
Bloomberg definisce l’applicazione di dazi al 10-20% su tutte le importazioni degli Usa (60% sui prodotti cinesi) potenzialmente “il più grande shock commerciale globale dagli anni ’30”. L’Europa è una grande economia esportatrice verso gli Usa, a partire dai suoi maggiori Paesi come Germania e Italia.
L’applicazione di dazi al 10% sulle importazioni “rappresenterebbe un cambiamento significativo in grado di aggiungersi ai venti contrari fiscali e strutturali che soffiano sull’economia dell’area euro e potrebbe ridurre di almeno 0,2 punti percentuali la previsione di crescita del Pil per il 2025, già attualmente all’1%”, ammonisce Vincent Chaigneu, responsabile della ricerca di Generali Investments.
L’Italia, seconda manifattura d’Europa, rischia di essere tra le economie più colpite dall’effetto dazi e le stime di crescita per i prossimi anni potrebbero venire disattese.
Rischio switch da Btp a Treasury
In un commento antecedente l’esito del voto del 5 novembre, Filippo Diodovich di IG sottolineava come i prezzi dei Btp potrebbero essere influenzati indirettamente dall’esito delle elezioni e con Trump alla Casa Bianca un aumento dei tassi statunitensi, in scia al ritorno delle pressioni inflattive, potrebbe rendere i titoli del Tesoro USA più attraenti rispetto ai Btp, portando gli investitori a spostare capitali dai titoli di stato italiani con conseguente aumento dei rendimenti e diminuzione dei prezzi dei bond governativi italiani.
La risalita dei rendimenti, oltre a non fare certamente piacere alle casse dello Stato, potrebbe innescare un ritorno della brama di Btp che ha caratterizzato soprattutto il 2023. C’è poi il capitolo inflazione, se in effetti l’Europa e l’Italia importerà inflazione dagli Usa, per effetto dei dazi trumpiani, tornerebbero nuovamente attraenti opzioni quali i BTP Italia, ossia titoli legati a doppio filo all’andamento dell’inflazione tricolore.