Notizie Notizie Mondo L’incubo si chiama recessione, Borse ko. JP Morgan e Citi tagliano stime crescita Usa

L’incubo si chiama recessione, Borse ko. JP Morgan e Citi tagliano stime crescita Usa

19 Agosto 2011 13:50

L’incubo che tormenta le Borse si chiama recessione. Oggi è stata JP Morgan ad annunciarlo senza troppi giri di parole: il rischio di recessione è “chiaramente elevato”. Gli analisti della banca d’affari Usa hanno tagliato le stime di crescita degli Stati Uniti: per il quarto trimestre 2011 gli esperti prevedono un Pil in rialzo dell’1% dal +2,5% stimato in precedenza, mentre per il primo trimestre del prossimo anno il Pil dovrebbe crescere dello 0,5% da +1,5%. “Il calo dei prezzi dell’energia dovrebbe aiutare ad arginare alcune debolezze dell’economia – ha scritto JP Morgan nella nota odierna -, tuttavia i rischi di una recessione restano elevati”.
 
Sforbiciata alle stime di crescita degli States anche da parte di Citigroup. La casa d’affari ha rivisto al ribasso le proprie previsioni di Pil Usa 2011 da +1,7% a +1,6%. Taglio più marcato per quanto riguarda le stime per il 2012 passate da +2,7% a +2,1%. Revisione al ribasso anche per le stime di utile per azione dell’indice S&P 500 passate da 98 a 97 dollari per il 2011 e da 105 a 101 dollari per il 2012. E così una nuova ondata di vendite ha colpito le principali piazze finanziarie del Vecchio Continente: Francoforte cede il 2,60%, Parigi l’1,30%, Londra l’1,40%, Madrid l’1,60%. A Piazza Affari l’indice Ftse Mib lascia sul parterre l’1,80% a 14.690 punti, mentre il Ftse All Share arretra dell’1,83% a quota 15.465.


Sotto la scure degli analisti è finita anche la Cina. Deutsche Bank ha infatti tagliato le stime di crescita del Paese asiatico. Secondo gli analisti della banca tedesca “il rallentamento e l’eventuale recessione in Europa e Stati Uniti mettono a rischio la crescita cinese più della stretta creditizia”. Nei prossimi trimestri, secondo Deutsche Bank, l’avanzata del Pil potrebbe rallentare al 7% annuo mentre il dato complessivo per il 2011 è visto all’8,9% dal 9,1% precedente. In calo anche la stima 2012, che dall’8,6 scende all’8,3%.