In Spagna è di nuovo tempo di crack immobiliare, arriva il caso Sacresa
In Spagna i fantasmi dei fallimenti nel settore immobiliare riprendono corpo. Con Sacresa. Uno dei principali gruppi immobiliari spagnoli, nonché numero uno nel settore in Catalogna, non è in grado di onorare i propri pagamenti. Sacresa ha debiti per 1,8 miliardi di euro. Dopo Martinsa (7 miliardi di debiti) e Habitat (2,8 miliardi di debiti) arriva quindi anche il terzo fallimento nel settore immobiliare spagnolo. Nulla ha potuto il periodo di dilazione dei pagamenti (da marzo), durante il quale il gruppo ha cercato di trovare un accordo sul rifinanziamento del debito con circa quindici banche.
“Il settore delle costruzioni è in forte crisi in tutta Europa e in Spagna si vedono le tensioni maggiori”, spiega Marco Ricci, economista di Centrosim. E sul Paese iberico le prospettive non sono certo delle più rosee. “In Spagna il mercato immobiliare soffrirà ancora parecchio per 2 o 3 anni”.
La scure su Sacresa è arrivata dal Tribunale del Commercio di Barcellona che non ha ritenuto valido il piano di risanamento presentato dalla famiglia Sanahuja, che controlla la maggioranza del gruppo immobiliare.
La generazione dell’immenso debito nasce prima dello scoppio della bolla immobiliare, precisamente tra il 2006 e il 2008. Due anni in cui la compagnia catalana era andata all’attacco per rilevare il colosso Metrovacesa, numero uno spagnolo del settore. Un’avventura che ha causato a Sacresa debiti per 5 miliardi di euro e un triste epilogo. All’inizio dello scorso anno, infatti, il gruppo catalano è stato costretto a cedere Metrovacesa a un pool di banche.
Anche gli ultimi dati sul mercato immobiliare non sono certo confortanti: in Spagna, infatti, continua a scendere il numero di case nuove e in costruzione. Nel primo trimestre dell’anno sono state costruite 31 mila nuove abitazioni, un vero e proprio crollo dalle 900 mila degli anni del boom. Sul settore si fa inoltre sentire anche il numero delle case invendute: stimate tra le 800 mila e un milione.