In dirittura d’arrivo la mappa aggiornata dell’azionariato Telecom
Si conosceranno nella serata di oggi le forze in campo nella partita per il controllo di Telecom Italia. Questa sera la Consob renderà infatti nota la composizione aggiornata degli azionisti del gruppo telefonico e le loro rispettive quote. Si tratta di un tassello fondamentale al fine di conoscere i pesi effettivi dei soci, specie al termine di una settimana in cui è passato di mano circa il 20% dell’intero capitale, sebbene al lordo delle operazioni di acquisto e vendita intra day. Ancor più significativo in considerazione delle voci diffusesi sul mercato secondo cui nella scorsa ottava sarebbero partiti rastrellamenti di titoli da un lato capitanati dalle banche, desiderose di poter opporre la propria linea nell’assemblea del prossimo 16 aprile, e dall’altro da parte di At&T e America Mòvil, intenzionate a portarsi avanti sul mercato già prima della scadenza del termine per le trattative con Marco Tronchetti Provera, fissata per fine mese. In sostanza si tratterà di una buona occasione per conoscere gli effettivi obiettivi dei soci e anche quali potranno essere gli schieramenti in assemblea. Quella che la Consob scatterà questa sera sarà infatti la fotografia con cui l’azionariato si presenterà all’appuntamento dell’organo collegiale. Oggi è infatti l’ultimo giorno utile per acquisire titoli cui corrisponda il diritto di voto per l’appuntamento del 16 aprile.
Intanto, in linea con le indiscrezioni già circolate sul mercato giovedì scorso, secondo alcuni quotidiani i nuovi assetti del gruppo Telecom starebbero convergendo verso un asse tra Intesa-Sanpaolo e la coppia At&T-America Mòvil, alla quale sarebbe affidata una quota inferiore al 66% previsto, con il supporto di un partner industriale italiano. In questo caso potrebbero così rientrare anche i timori espressi dalla politica. Preoccupazioni richiamate dalle colonne del Corriere della Sera di oggi anche dal ministro per le Comunicazioni, Paolo Gentiloni. “Per il destino dell’infrastruttura – ha ribadito il ministro – l’esecutivo ha il diritto e il dovere di intervenire”, magari senza una separazione societaria e con un modello in cui “la rete resta di proprietà di Telecom Italia, ma con una governance mista, con più poteri regolatori sulla rete all’Authority delle Telecomunicazioni”. Nel corso del fine settimana pasquale il premier Romano Prodi si è a sua volta detto preoccupato di un possibile rischio spezzatino per Telecom da parte di operatori (At&T e America Mòvil) che potrebbero essere interessati principalmente agli asset brasiliani del gruppo.