Notizie Notizie Italia Immobili: mutui più favorevoli e prezzi case più bassi, premesse per un rimbalzo sul finire dell’anno?

Immobili: mutui più favorevoli e prezzi case più bassi, premesse per un rimbalzo sul finire dell’anno?

2 Novembre 2015 14:07
Segnali di ripartenza del mercato immobiliare in Italia. Lo dimostrano gli ultimi dati: l’Agenzia delle Entrate ha attestato una ripresa del numero delle compravendite residenziali pari al +8,2% nel secondo trimestre dell’anno, mentre il numero di domande di mutuo presentate agli istituti di credito ha segnato un eloquente +59% sui primi nove mesi del 2015 rispetto al corrispondente periodo dell’anno precedente, che a sua volta già si caratterizzava per un segno positivo. L’interesse degli italiani verso il mattone sembra si stia rafforzando nel corso dei mesi, che si stia avvicinando un rimbalzo del mercato immobiliare? 
Le premesse favorevoli
Condizioni di prestito più favorevoli, prezzi delle case ancora convenienti e prospettive di ripresa economica sono le premesse individuate dalla Bussola Mutui, il bollettino trimestrale firmato Crif e MutuiSupermarket.it, per aspettarsi una nuova accelerazione delle compravendite residenziali nei mesi a venire. L’offerta del credito è infatti sempre più attraente e vantaggiosa: i dati circa gli andamenti dei prezzi per i nuovi mutui proposti dalle banche nel corso del terzo trimestre mostrano che la media dei migliori spread per un mutuo a tasso variabile e fisso passano rispettivamente da un 1,7% e 1,3% nel secondo trimestre 2015 a un 1,6% e un 1,1% nel terzo trimestre 2015. E questo trend è atteso in continuo rafforzamento nel corso degli ultimi tre mesi dell’anno, periodo chiave in cui i principali gruppi bancari iniziano a costruire i risultati di erogazione relativi all’anno seguente. Contribuisce alla ripresa della domanda di mutui di acquisto casa anche l’andamento dei prezzi degli immobili residenziali, che tra luglio-settembre ha segnato di nuovo un’ulteriore riduzione, pari a -1,9% dopo aver registrato un -2,5% nel secondo trimestre.  
“Il clima finanziario positivo, con Istituti di credito che continuano a ridurre i propri spread di offerta sui nuovi mutui, prezzi degli immobili in calo da quattro anni ma che si stanno velocemente stabilizzando e prospettive di ripresa economica sempre più chiare stanno finalmente avviando la tanto attesa ripresa del mercato immobiliare – afferma Stefano Rossini, amministratore e fondatore di MutuiSupermarket.it. L’aumento delle compravendite residenziali registrato sul terzo trimestre potrebbe quindi essere solo un primo segnale di ripartenza del comparto. Tale trend di ripresa viene confermato anche dall’aumento di peso della domanda di mutui con finalità acquisto casa sul totale delle domande di mutuo raccolte sul canale online, peso pari ad ottobre al 46% delle richieste, contro una media del 36% del secondo trimestre 2015. 
“Nonostante i prezzi degli immobili residenziali mostrino un calo ininterrotto esattamente da quattro anni, il trend decrescente si sta progressivamente attenuando, passando  da un -5,9% del primo trimestre 2014 ad un più ridotto -1,9% del terzo trimestre 2015. Il rallentamento della decrescita in atto segnala un continuo avvicinamento al livello zero, dopo il quale si potrebbe avviare un periodo di ripresa dei prezzi immobiliari – ha affermato Stefano Magnolfi, direttore real estate services di Crif. 
Il mutuo: quale preferiscono gli italiani?
La stabilizzazione delle condizioni sul mercato porta con sé una ripresa del peso delle richieste di nuovi mutui a tasso variabile, che dopo essersi ridotto dal 73% del totale preferenze nel secondo trimestre 2014 al 50% nel secondo trimestre 2015, recupera in importanza spiegando nel terzo trimestre 2015 il 58% del totale richieste.
Allo stesso tempo permane la propensione dei nuovi mutuatari a orientarsi verso importi più contenuti rispetto al passato: se a inizio 2010 l’importo medio era di poco superiore ai 140.000 euro, nel terzo trimestre 2015 l’importo si attesta attorno ai minimi dei 122.000 euro. Questo andamento è riconducibile sia a valori di compravendita più ridotti sia alla tendenza di contenere quanto più possibile il peso delle rate sul reddito disponibile.