News Notizie Italia Ilva, ultimatum Arcelor, Salvini: ‘avrei lasciato garanzia legale, non si scherza con 15.000 posti lavoro’

Ilva, ultimatum Arcelor, Salvini: ‘avrei lasciato garanzia legale, non si scherza con 15.000 posti lavoro’

Pubblicato 27 Giugno 2019 Aggiornato 19 Luglio 2022 17:17
"Io avrei lasciato la garanzia legale. Di Maio mi assicura che non rischia, io mi fido". Ma "con 15 mila posti di lavoro non si scherza. Non si può cambiare un contratto in corso d'opera. Non ci possiamo permettere la chiusura", "gli imprenditori arrivati adesso hanno ereditato una situazione disastrosa e in nove mesi non possono sistemarla". Così il vicepremier leghista Matteo Salvini commenta il caso Ilva, dopo che l'ad di ArcelorMittal Europa, Geert Van Poelvoorde, ha minacciato di chiudere l'azienda il 6 settembre, se non rimarranno le tutele legali per attuare il piano ambientale.

Fermo invece il M5S di Luigi Di Maio. "Io non accetto ricatti. Qui la legge è uguale per tutti. Ilva resti aperta, non hanno nulla da temere, le soluzioni si trovano".

La posizione di Van Poelvoorde è chiara.

"Il Governo continua a dirci di non preoccuparci, che troverà una soluzione, ma finora non c'è niente. Quindi il 6 settembre l'impianto chiuderà. Abbiamo ancora due mesi, spero che il Governo trovi una soluzione, siamo aperti a discutere".

L'azienda ha annunciato anche il numero delle giornate della cassa integrazione che partirà dall'1 luglio prossimo e coinvolgerà 1395 dipendenti per 13 settimane.

Fonti del Mise hanno reso noto che è stato fissato per il prossimo 4 luglio un incontro tra il vicepremier Di Maio e il management di ArcelorMittal, che prevede la presenza, anche, dell'ad di Mittal Italia Matthieu Jehl.