Notizie Certificates Il taglio della Fed non sazia i mercati, nuove minacce di Trump contro la Cina

Il taglio della Fed non sazia i mercati, nuove minacce di Trump contro la Cina

5 Agosto 2019 08:30

Nell’ultima settimana i principali mercati azionari si sono mostrati deboli complice anche l’esito della riunione della Federal Reserve di giovedì scorso che, come da attese, ha deciso di abbassare di un quarto di punto i tassi di interesse. Si tratta del primo taglio dal lontano 2008. La banca centrale americana è tornata ad abbracciare una politica accomodante, portando il costo del denaro nella forchetta 2-2,25%, senza però dare indicazioni specifiche circa nuovi tagli futuri, anche se ha lasciato aperta la porta a una nuova mossa affermando che agirà in “maniera appropriata per sostenere la crescita”. La mossa della Fed è stata giustificata con i rischi imposti alle prospettive macro dagli sviluppi internazionali, e con la debolezza del quadro inflattivo. La normalizzazione del bilancio Fed verrà arrestata in agosto.

 

Mercati appesantiti anche dalle nuove tensioni commerciali tra Stati Uniti e Cina tra USA e Cina. Il presidente americano Donald Trump ha annunciato con un tweet nuovi dazi del 10% su 300 miliardi di dollari di beni cinesi a partire dal primo settembre in attesa di un accordo, che stenta ad arrivare. In settimana si è concluso l’ultimo round di negoziati che si è tenuto a Shangai. Si sono registrati piccoli passi avanti, ma la strada che porta all’intesa sembra ancora decisamente lunga e non priva di ostacoli. Per la Cina le trattative sono state “franche, efficaci e costruttive”. Anche Washington lascia filtrare un timido ottimismo sottolineando come la sessione sia stata “costruttiva”, confermando l’impegno cinese ad acquistare prodotti agricoli statunitensi e nel sottolineare come le discussioni si sono concentrate sui temi più controversi, dal trasferimento di tecnologia alle barriere non doganali. Le due delegazioni si sono date appuntamento negli Stati Uniti a settembre per il prossimo round di trattative.

 

In tale scenario, i trader hanno preferito operazioni di breve, tramite l’uso di prodotti a leva prevalentemente su indici azionari e singoli titoli. Il certificato più scambiato è stato il Turbo Short sul FTSE MIB con 240 contratti e circa 1,1 milioni di euro di controvalore. Il certificato, con ISIN NL0013408669 e Strike a 22.500 punti, mostra una leva importante di 20 volte e distanza dal Knock Out di circa il 4,5%. La scadenza è il 20 settembre 2019.

 

Molto utilizzato anche il Mini Short su DOW JONES (ISIN: NL0012662860) che ha una leva elevata vicina alle 17 volte e una distanza dal Knock Out del 2,6%. Strike a 28.498,25 punti e scadenza il 16 dicembre 2020. Il controvalore è di circa 780 mila euro, con 36 contratti.

 

Infine, molto apprezzato anche il Turbo Short sul NASDAQ 100 (ISIN: NL0013493380) con leva di 7 volte e una distanza dal Knock Out del 14,2%. Strike a 9.000 punti e scadenza il 18 dicembre 2019. Ammonta a quasi 735 mila euro il controvalore scambiato su questo prodotto, per un totale di 38 contratti.