Notizie Notizie Italia Il pacchetto anti-procedura Ue: deficit giù di 7,6 miliardi, grazie anche a 1,5 MLD per reddito e quota 100 congelati

Il pacchetto anti-procedura Ue: deficit giù di 7,6 miliardi, grazie anche a 1,5 MLD per reddito e quota 100 congelati

2 Luglio 2019 09:28

Pronto il pacchetto con cui l’Italia del M5S-Lega spera di scongiurare il peggio, alias la procedura di infrazione targata Ue. E’ tutto scritto nero su bianco nel CdM anti-procedura che si è svolto nella serata di ieri: CdM che ha varato il ddl di assestamento bilancio, ma non solo.

In aggiunta, il Consiglio dei ministri ha varato infatti anche un decreto legge che, praticamente, congela le minori spese stimate per i due cavalli di battaglia del M5S e della Lega, rispettivamente il reddito di cittadinanza e quota 100: si tratta di una somma 1,5 miliardi, che espleterà una funzione anti-deficit.

Insieme, le due misure varate – ddl assestamento bilancio e decreto legge – hanno lo scopo di evitare quella procedura di infrazione che l’Italia rischia e che anche il presidente della Repubblica Sergio Mattarella reputa ingiustificata.

I punti chiave del pacchetto sono i seguenti:

  • Il deficit-Pil atteso per il 2019 torna di nuovo al 2,04%, dopo che nel Def di aprile la stima era stata rivista al rialzo al 2,4%.
  • I ministri che si sono riuniti in CdM hanno concordato sulla necessità di far scendere il deficit italiano di 7,6 miliardi, attraverso un mix fatto di entrate più alte rispetto all’outlook precedente e di minori uscite.
  • Tra le minori uscite, ci sono appunto gli 1,5 miliardi destinati alle due misure tra le principali del contratto di governo, che vengono congelati. Si tratta di risparmi che si sono resi possibili in quanto le domande per il reddito e per quota 100 sono risultate inferiori alle attese.
  • Ques’aggiustamento dei conti permetterà al deficit strutturale italiano di diminuire nel 2019 dello 0,3% rispetto alla precedente previsione di un calo pari a -0,2%.

Nel commentare le novità di ieri, il presidente del Consiglio Giuseppe Conte si è così espresso stamattina su Facebook, prima di affrontare un’altra giornata di incontri a Bruxelles per sciogliere il nodo delle nomine Ue:

“Lo sguardo rimane sempre rivolto verso l’Italia. Mi lascio alle spalle una giornata, quella di ieri, che mi dà molta fiducia sulle politiche sin qui svolte dal mio Governo e mi rende ottimista sulla strada che abbiamo intrapreso. I dati certificano la grande solidità della nostra economia, dei nostri fondamentali. I conti pubblici migliorano, il deficit è in calo, aumentano le entrate, diminuisce la disoccupazione mentre sono in crescita gli occupati, al top da oltre 40 anni. Anche la curva dello spread tra Btp e Bund tedeschi, e con esso i rendimenti dei titoli di Stato decennali, sembra affrontare un’importante fase di calo. Sono notizie che a volte sui media non trovano lo spazio che meritano, e anche per questo è bene sottolinearle”.

“Andiamo avanti – ha continuato il premier – avendo sempre come punto di riferimento gli interessi degli italiani. Io tifo Italia!”.

Dal canto suo il Mef diretto da Giovanni Tria ha diramato ieri una nota al termine del CdM, facendo notare che, a questo punto, una procedura di infrazione nei confronti dell’Italia sarebbe ingiustificata:

“I provvedimenti varati creano le condizioni per rendere ingiustificato l’avvio di una procedura di infrazione per deficit eccessivo nei confronti dell’Italia”.

Nel comunicato del Ministero dell’economia e delle finanze, “il governo ritiene ampiamente compliant con le regole del patto di stabilità e crescita il quadro di finanza pubblica” .

Il contenuto del pacchetto anti-infrazione

Sul contenuto del pacchetto che sarà inviato a Bruxelles, il Tesoro chiarisce che quest’anno “l’indebitamento netto dell’Italia si ridurrà di 7,6 miliardi” rispetto alle previsioni del Def di aprile per effetto dei provvedimenti adottati dal governo “senza per questo penalizzare l’impegno del governo a favore della crescita economica, della coesione sociale e della stabilità finanziaria del Paese: tutte priorità che verranno confermate anche nella prossima legge di bilancio 2020″.

L’aggiustamento strutturale di bilancio sarà quindi “pari a oltre 0,3 punti percentuali di Pil”, prosegue il Mef.

Il target sarà pari al 2,04% (rispetto al 2,4% del Def di aprile), proprio quel 2,04% che, nelle trattative della fine dello scorso anno sulla legge di bilancio per il 2019, l’esecutivo giallo-verde aveva alla fine accettato come target di deficit per quest’anno.

Dal canto suo, l’assestamento certifica che nel 2019, il conto delle pubbliche amministrazioni registra maggiori entrate tributarie e contributive per 3,5 miliardi di euro e maggiori entrate non fiscali – che comprendono gli utili e i dividendi – per ulteriori 2,7 miliardi.

Dal lato delle spese, invece, l’assestamento alloca maggiori risorse (1,15 miliardi) per finanziare l’integrazione del Fondo sviluppo e coesione, il finanziamento del Tpl per 300 milioni, l’integrazione delle risorse per la misura ‘Card diciottenni’ e per il funzionamento dell’Agenzia dell’entrate. Ulteriori risorse, per 204 milioni di euro netti, sono associate al Fondo politiche sociali, al funzionamento delle Università e al Fondo per il diritto allo studio.

Il Mef precisa che tali maggiori spese sono parzialmente compensate da minori spese per erogazioni associate alle deferred tax assets (Dta) e minori interessi.

Così la nota di Palazzo Chigi, al termine del CdM che ha sfornato ieri il pacchetto di misure anti-deficit:

“Gli accantonamenti sono disposti, prevalentemente, sulle disponibilità dei Fondi da ripartire che non risultano ancora finalizzate per la gestione. Per consentire alle amministrazioni centrali dello Stato la necessaria flessibilità è comunque consentita, con decreti del ministro dell’Economia e delle finanze da comunicare alle Camere, su richiesta dei ministri interessati, la possibilità di rimodulare i predetti accantonamenti nell’ambito degli stati di previsione della spesa, garantendo comunque la neutralità degli effetti sui saldi di finanza pubblica”.

Il Governo osserva che “l’assestamento del bilancio, in termini di competenza, mostra un miglioramento di circa 1,9 miliardi di euro del saldo netto da finanziare di competenza e 3,4 miliardi di cassa”.

“Il saldo netto da finanziare per la competenza dell’anno, in termini di accertamenti e impegni, al lordo delle regolazioni contabili e debitorie, risulta pari a -19.986 milioni di euro, derivante da entrate finali accertate per 591.612 milioni di euro e da spese finali impegnate per 611.597 milioni di euro. L’avanzo primario si cifra in 49.199 milioni di euro. Entrambi i saldi denotano un sensibile miglioramento rispetto alle previsioni iniziali stabilite con la legge di bilancio 2018″.