Il Covid azzanna il Dragone. Effetto lockdown: Pil cinese crolla -6,8% nel I trimestre. Vendite al dettaglio -19%
Il Covid-19 azzanna il Pil cinese, che crolla nel primo trimestre del 6,8% rispetto allo stesso periodo dell’anno scorso. Il dato, tra i più attesi per monitorare i danni del coronavirus sull’economia globale, è arrivato, ed è peggiore delle attese degli analisti che, in media, avevano previsto una contrazione pari a -6%. Il tonfo è da record, almeno dal 1992. Su base trimestrale, la contrazione è stata pari a -9,8%.
Il crollo era inevitabile, così come sarà inevitabile nel caso delle altre economie del mondo.
Per certi versi, se si considerano alcune previsioni, il Pil cinese non ha fatto neanche così male. Gli analisti di Capital Economics, per esempio, avevano paventato un crollo pari a -16%. Troppo roseo era stato invece l’outlook di ING Bank, che aveva previsto addirittura un segno più, pari a +3.6%.
Scott Kennedy, consulente senior della divisione business ed economia della Cina presso il Center for Strategic & International Studies, commenta così il trend del Pil della Cina:
“L’economia cinese recupererà in misura solo graduale. Se il governo lancerà troppi stimoli, l’unico risultato sarà lo spreco delle spese e il debito maggiore. E questo non aiuterà a risolvere il problema cruciale dell’economia della Cina: il basso tasso di produttività”.
A tal proposito, gli analisti di Nomura ritengono che Pechino lancerà un pacchetto di stimoli, che potrebbe essere finanziato dalla banca centrale attraverso diversi canali, nel breve termine.
“Tuttavia, diversamente dagli stimoli precedenti, quando la maggior parte del nuovo credito andava a finanziare le spese per le infrastrutture, il mercato immobiliare e i beni di consumo durevoli, questa volta ci aspettiamo che la maggior parte del nuovo credito verrà utilizzata per dare un sostegno finanziario e aiutare le imprese, le banche e le famiglie a sopravvivere alla crisi COVID-19″, così nella nota riportata da Reuters.
Il lockdown dell’economia mette KO il Pil cinese
Da Pechino sono arrivati anche altri dati monstre, che danno un’idea del perchè il motore dell’economia mondiale si sia interrotto in misura così brusca.
Dall’inizio dell’anno la produzione industriale è crollata dell’8,4% su base annua (comunque meglio del -10% atteso); le vendite al dettaglio sono capitolate del 19% (peggio del -12,5% stimato); gli investimenti in asset fissi hanno fatto -16,1% (peggio della flessione -15% attesa).
I numeri sono tutti il risultato disastroso del lockdown, della quarantena che, oltre a colpire i singoli cittadini, ha congelato le attività produttive del paese. Inevitabile una contrazione del genere, visto che, nel pieno della pandemia, la Cina ha chiuso gli esercizi commerciali, le fabbriche, le scuole, bloccato i trasporti, cancellato eventi.
“La perdita economica è senza precedenti”, hanno scritto in una nota gli economisti di Pacific Investment Management, commentando il tonfo del Pil cinese nel primo trimestre – La recessione globale colpirà le esportazioni nel secondo e terzo trimestre del 2020, la domanda interna è ancora affossata dalla quarantena e la trasmissione degli stimoli è debole, in un contesto in cui aumentano le perdite dei posti di lavoro e le bancarotte“.