2019 parte II: non è il momento di fare gli eroi, trade war rimarrà minaccia forte sui mercati
L’escalation delle dispute commerciali ha generato notevoli rischi al ribasso per gli investitori, considerando che i mercati si sono riportati vicini ai massimi. Il primo semestre dell’anno è agli sgoccioli e risulta opportuno fare il punto sulle prospettive per la seconda metà dell’anno. “Non è il momento di fare gli eroi”, avverte Rob Sharps, CIO e Head of Investments di T. Rowe Price, nell’outlook di metà anno per il 2019.
Guerra commerciale è il rischio più forte
I rischi globali permangono, dice l’esperto ma le recessioni sono improbabili. La guerra commerciale in corso tra Usa e Cina rimane in cima alla lista dei rischi geopolitici e lo stallo in corso probabilmente è destinato a proseguire. La Cina, continuano gli analisti di T. Rowe Price, potrebbe puntare a negare un successo commerciale al Presidente Trump per comprometterne le prospettive di rielezione nel 2020 e avere la possibilità di negoziare con il suo successore. Tuttavia, la Cina potrebbe anche aver sottostimato il supporto bipartisan negli USA verso un accordo migliore. Riuscire resistere fino al post-Trump non farà scomparire il problema, sottolinea Sharps. “Sebbene i dazi siano la superficie del problema, è chiaro che la sostanza riguarda il predominio tecnologico e le questioni relative a Huawei. Per questo, non credo che vi possa essere alcuna soluzione a breve”, ha commentato Justin Thomson, CIO Equity secondo cui è forte la “determinazione a non accettare un accordo debole, che però è l’unica opzione che è stata messa sul tavolo finora, a mio avviso”.
Gli investitori perciò devono accettare che si è aperto un nuovo capitolo nelle relazioni tra USA e Cina, continua Rob Sharps. “Il governo cinese è consapevole che non potrà stabilire la propria agenda politica in futuro senza considerare le possibili reazioni dei partner commerciali, in particolare gli Stati Uniti”. Per l’esperto, “sarà difficile per la Cina ricoprire il ruolo di motore della crescita globale che ha avuto per decenni, soprattutto alla luce delle sfide demografiche che deve affrontare e della necessità di riformare il sistema bancario”.