Notizie Notizie Mondo Il fenomeno meme coin. Rischi e opportunità delle cripto ispirate ai personaggi del web

Il fenomeno meme coin. Rischi e opportunità delle cripto ispirate ai personaggi del web

13 Dicembre 2024 10:12

Dalla vittoria di Donald Trump il mondo delle criptovalute ha attirato numerosi riflettori su di sè. Un clamore provocato dalla speranza che la nuova amministrazione repubblicana rispetti tutte le generose promesse elargite durante la campagna elettorale, tali da spingere questo settore al massimo del proprio potenziale. Ed effettivamente tutti i record sono stati infranti, a cominciare dal frenetico rally di Bitcoin, che nei giorni scorsi ha superato il muro dei 100mila dollari, inaugurando una nuova era per le valute digitali. Ma all’interno di questo variopinto (e mutevole) mondo è presente un segmento altrettanto frenetico e legato a doppio filo con internet. Parliamo delle meme coin, valute digitali che (come dice il nome) fondano la loro esistenza sui meme, vale a dire immagini, frasi, personaggi e vignette che girano sui social network nelle forme più varie, per poi trasformarsi in vere e proprie monete scambiabili.

Cosa sono le meme coin? 

Come anticipato, si tratta di una categoria di criptovalute basata su meme virali e elementi della cultura internet. Nascono con un intento principalmente umoristico e giocoso all’interno di specifiche comunità attorno a cui si sviluppano. Fra gli esempi più iconici in tal senso c’è il Dogecoin, nata nel 2013 dagli ingegneri informatici Jackson Palmer e Billy Markus come parodia delle criptovalute tradizionali, ispirato al meme chiamato per l’appunto “doge”, rappresentante un cane della razza giapponese shiba. Nonostante sia stato creato con intenti goliardici, nel gennaio 2014 ha raggiunto una capitalizzazione di mercato di 60 milioni di dollari, fino all’attuale valore di 57 miliardi di dollari.

Nonostante l’intento scherzoso con cui vengono create e diffuse, a volte le meme coin riescono a raggiungere capitalizzazioni di mercato significative. Molto spesso, il loro potenziale finanziario è strettamente legato alle celebrità presenti sui social media, capaci di influenzare l’andamento dei prezzi attraverso la loro popolarità online. Il caso più emblematico è quello di Elon Musk, protagonista di svariati rally nel mondo della cripto finanza, specialmente in riferimento al Dogecoin, la sua valuta digitale preferita. Il suo prezzo aveva già cominciato a salire poco dopo la vittoria di Trump, ma la notizia che il patron di Tesla sarebbe arrivato alla guida del D.o.g.e. (Department of Government Efficiency) ne ha fatto lievitare il valore fino a a toccare i 69 miliardi di dollari nel mese di novembre, superando addirittura la market cap della casa automobilistica di lusso Porsche (poco sotto i 60 miliardi).

Così come le criptovalute mainstream, anche le meme coin si basano sulla tecnologia blockchain, che fornisce un ambiente decentralizzato per le transazioni senza la necessità di un’autorità centrale, dove il prezzo di scambio della valuta dipende principalmente dalla domanda e dall’offerta.

Come si creano le meme coin? 

Produrre una meme coin è abbastanza semplice. Esistono delle piattaforme ad hoc come CoinFactory o PinkSale in grado di generare i token. Una volta fatto, basterà configurarlo inserendo un nome, scegliendo un simbolo, l’importo della fornitura e le commissioni. Superato questo passaggio, per distribuire sul mercato la valuta digitale servirà diffonderla nelle varie piattaforme di scambio decentralizzato di criptovalute, pubblicizzandola attraverso campagne sui social media. Maggiore sarà la comunità legata al meme, più forte sarà la sua diffusione sul mercato.

Fra le tecniche più usate per incrementare l’attenzione su queste valute c’è quella dell’airdrop: una strategia di marketing che prevede la distribuzione di monete gratuite fra gli utenti, in modo da stimolare immediatamente gli scambi e la sua popolarità. Dopo l’esplosione del dogecoin, sono stati creati moltissimi token, tanto che attualmente esistono più di 300 varietà di meme coin in circolazione.

A ulteriore riprova dell’estrema facilità di creazione di questi asset si pone il caso di “Luigi”, meme coin da oltre 76 milioni di dollari di capitalizzazione (in appena 24 ore)  ispirata a Luigi Mangione, il 26enne americano consacrato come vera e propria celebrità di internet, subito dopo l’accusa di aver sparato e ucciso il ceo della compagnia assicurativa UnitedHealthcare, Brian Thompson a New York la scorsa settimana.

Tra truffe…

Nel mondo dei memecoin, anche un solo tweet può fare la differenza. Ma la velocità spesso può rivelarsi un rischio.

La scorsa estate, la 22enne statunitense Haliey Welch è salita agli onori della cronaca con il nome di “Hawk Tuah Girl” per un video andato virale in pochissimo tempo. Poco dopo la sua presenza in rete si è consolidata con una serie podcast (“Talk Tuah”), fino alla pubblicazione di una meme coin ispirata a se stessa, lo $HAWK. A poche ore dal suo lancio, avvenuto lo scorso 4 dicembre, la moneta digitale valeva addirittura 490 milioni di dollari, per poi perdere il 95% del suo valore nel giro di poche ore. Un crollo talmente drastico da indispettire i parecchi investitori dell’iniziativa, che hanno accusato l’influencer di aver agito con uno schema “pump and dump”.

Questo termine definisce una tipologia di frode finanziaria che consiste nel far lievitare artificialmente il prezzo di un’azione a bassa capitalizzazione prima del lancio, per poi vendere selvaggiamente questi titoli ad un prezzo superiore. Un modo per manipolare il mercato e speculare danneggiando la fiducia degli investitori e incrementando la volatilità del mercato intero.

Appena un mese prima, gli utenti del mondo cripto hanno si sono accorti che il meme coin di nome REPUBLICAN conteneva al suo interno un malware in grado di prelevare e trasferire i token dai wallet di chi li detiene direttamente al portafoglio del creatore.

Nel 2021, invece, sull’onda del successo della serie Netflix “Squid Game”, è stata creata la valuta digitale (non ufficiale) di nome Squid in un formato “pay to play”, dunque pensata per giocare ad un videogame online ispirato alla serie. L’idea ha avuto notevole successo, registrando incrementi di valore del 310.000%, fino al prezzo di 2.861 dollari, con una market cap di 2,1 milioni di dollari. Se non fosse che appena dopo il lancio tutti i creatori sono scomparsi, lasciando gli investitori senza il gioco online e senza neanche la possibilità di disfarsi del loro token rivendendolo, in quanto al suo interno conteneva un codice che ne impediva la vendita.

…e opportunità

Accanto agli episodi di cronaca peggiori, ce ne sono altri molto più favorevoli. Ad esempio, nel 2014 la comunità di Dogecoin è riuscita a raccogliere più di 25.000 dollari proprio grazie alla valuta digitale per consentire alla squadra di bob giamaicana (a corto di fondi) di partecipare alle Olimpiadi invernali di Sochi, in Russia.

Nel giro di poche ore, altri utenti di quel meme coin hanno raccolto più di $ 6.000 (equivalenti a più di 4 milioni di Dogecoin) da donare ad alcuni atleti indiani che a loro volta non disponevano delle risorse per partecipare a quegli stessi giochi olimpici. Dopo la raccolta fondi il governo indiano ha informato gli utenti che il viaggio degli atleti era già stato pagato, ma non era stato comunicato correttamente al pubblico. Di conseguenza, l’importo della donazione è stato trasferito a Doge4Kids, un ente di beneficenza che aiuta gli animali da assistenza per i bambini bisognosi.

Nel complesso i meme coin hanno reso il mondo delle criptovalute più accessibile a un pubblico più ampio, grazie ai loro costi di ingresso relativamente bassi e alla natura divertente e giocosa delle loro comunità. La loro volatilità espone gli investitori a possibilità di guadagno così come di perdita, oltre ai vari rischi legati a truffe e tentativi di manipolazione del mercato. Caratteristiche e problemi che, tuttavia, sono fisiologici nel settore cripto, così come nell’intero mondo dei mercati finanziari.