Hedge Fund: aumentano le richieste di riscatti, luglio è stato il mese peggiore dal febbraio 2009 (analisti)
Per l’industria degli hedge fund anche il 2016 si profila un anno negativo. Secondo il rapporto di eVestment pubblicato ieri il mese scorso (luglio) è stato il peggiore dal febbraio 2009 per gli Hf in termini di richieste di riscatto. Secondo i dati pubblicati, gli investitori hanno richiesto il rimborso di circa 25,2 miliardi di dollari, cifra seconda solo ai 28,2 miliardi di dollari richiesti nel febbraio 2009.
Il dato fa seguito a quello non incoraggiante di giugno, in cui il deflusso era stato di 23,5 miliardi di dollari. Il bilancio dei primi sette mesi dell’anno si è così portato ad una fuoriuscita di 55,9 miliardi di dollari di masse gestite che i sottoscrittori hanno richiesto indietro.
Alla base di questo trend negativo che affetta il settore fin dai tempi post crisi finanziaria del 2008-2009 vi sono le scarse performance dei gestori, che solo di rado riescono a battere i benchmark. Per esempio, il rendimento medio calcolato da Bloomberg dell’intera industria è stato di circa l’1,2% nel 2016, un dato che si confronta con una crescita del 7% circa dell’indice S&P500.
Oltre ai rendimenti, definiti “mediocri” da eVestment, l’industria degli hedge fund è stata oggetto di critiche da parte dei clienti a causa degli elevati costi di gestione e del regime fiscale, fra i più alti nell’industria della gestione del denaro.
All’interno del settore, le categorie più in crisi sono quelle del credito e dei Paesi emergenti. Per il comparto del credito la cifra degli outflows si aggira intorno ai 10 miliardi di dollari, mentre gli hedge fund attivi sui mercati emergenti hanno registrato i maggiori deflussi da circa 17 mesi.
Tuttavia esiste anche una parte dell’industria che, al contrario del trend generale, attira masse monetarie, grazie ai rendimenti positivi. Fra i primi 10 gestori che hanno ottenuto negli ultimi due mesi rendimenti superiori al 7% in media il flusso in entrata di denaro si è fissato a circa 10,3 miliardi di dollari. Appartengono a questa categoria i fondi che investono principalmente nel settore delle commodity, agevolati dal recupero dei corsi nella prima parte di anno.
Le prospettive per il prosieguo di anno rimangono comunque poco rosee, e il 2016 rischia di essere bollato come il terzo anno record (dopo il 2008 e 2009) in termini di richieste di riscatti da parte degli investitori.