Guerra valute: G7 getta acqua sul fuoco e conferma impegno a tassi cambio determinati da mercato
Il G7 non interviene in maniera decisa sulla guerra delle valute, tema caldo che tiene banco da giorni. Confermando le indiscrezioni stampa circolate nei giorni scorsi, i ministri delle Finanze e i Governatori della banche centrali dei Paesi del G7 hanno dichiarato oggi attraverso un comunicato stampa congiunto che si impegnano a mantenere i tassi di cambio determinati dal mercato e consultarsi su eventuali azioni sulle valute.
“Ribadiamo che le nostre politiche fiscali e monetarie sono state e rimarranno orientate verso il raggiungimento dei rispettivi obiettivi a livello nazionale utilizzando strumenti domestici e che non metteranno nel mirino i tassi di cambio”. Tuttavia i membri del G7 hanno concordato che l’eccessiva volatilità e i movimenti disordinati dei cambi potrebbero impattare negativamente sulla stabilità economica e finanziaria. “Continueremo a monitorare da vicino il mercato dei cambi e a cooperare nei modi che saranno più appropriati”, si legge nella nota diffusa dal G7, composto da Canada, Francia, Germania, Giappone, Italia, Regno Unito e Stati Uniti.
Che la cosiddetta guerra delle valute sia una delle principali preoccupazioni in Europa è confermato dalle dichiarazioni di ieri del ministro delle Finanze tedesco, Wolfgang Schaeuble. Quest’ultimo ha chiesto al G20 di denunciare “la manipolazione dei cambi”, precisando che i timori non sono per la zona euro quanto per le potenziali manipolazioni di altre principali valute.
La volatilità è tornata nel mercato Forex per rimanerci. Gli investimenti hanno infatti avuto un momento “Eureka”: in un mondo di valute legali non sostenute e di domanda debole, il vincitore è il paese che svaluta la sua moneta più degli altri. Con l’avvento in Giappone del partito liberaldemocratico lo scorso dicembre, è cominciata la guerra delle valute – possiamo permetterci di rimanere fuori?” Questo l’interrogativo che si pone John J. Hardy, head of FX Strategy di Saxo Bank. “Dopo lo scoppio spettacolare della fine del 2008, la volatilità del mercato delle valute è tornata lentamente su livelli più normali – spiega Hardy – Poi, nel 2012, è totalmente scomparsa”. La situazione è cambiata con l’avvento delle elezioni in Giappone e la salita al Governo di Abe.