Guerra commerciale, Daimler paga dazio con profit warning e scatena sell off su settore auto
Guerra commerciale, il colosso automobilistico tedesco Daimler, è il caso di dirlo, paga il dazio, lanciando un profit warning sugli utili di quest’anno, che saranno “lievemente inferiori ai livelli dello scorso anno” e peggiori anche rispetto all’outlook precedente, in cui l’azienda aveva detto di prevedere una crescita dei profitti.
La borsa punisce il titolo con un forte sell off: Daimler precipita di quasi il 5%, mettendo sotto pressione il Dax. Perdite anche per gli altri colossi tedeschi BMW e Volkswagen, che cedono più del 2,5%. E non va bene neanche alle altre azioni del comparto europeo: gli smobilizzi prendono di mira alla borsa di Parigi Peugeot e Valeo, mentre a Piazza Affari il titolo FCA si conferma tra i peggiori dell’indice Ftse Mib e perde quasi -2%.
Daimler è la prima grande azienda europea a lanciare un profit warning a a causa delle tensioni tra gli Stati Uniti e la Cina, che secondo molti esperti si sono già tradotte in una vera e propria guerra commerciale.
L’escalation di tali tensioni ha portato l’America First di Donald Trump ad annunciare dazi per un valore di almeno $50 miliardi sui prodotti cinesi, lo scorso venerdì, facendo così seguito alle accuse contro la violazione del diritto di autore mosse contro la Cina.
Pechino, dal canto suo, ha minacciato di imporre dazi da $34 miliardi sui beni americani importati, incluse auto, a partire dal prossimo 6 luglio. Trump a quel punto è tornato alla carica, minacciando ulteriori misure punitive del valore di $200 miliardi.
La situazione è tale che i risultati che la divisione di Daimler Mercedes-Benz ha riportato nel primo trimestre di quest’anno, con un balzo delle vendite del 17%, appare ora un miraggio. Tanto più che quei risultati erano stati trainati soprattutto dalla Cina.
Così l’azienda nel comunicato diramato ieri, con cui ha lanciato il profit warning:
“Oggi, a causa dei recenti sviluppi, Daimler ha fatto una nuova valutazione sul potenziale degli utili relativi al 2018”, da cui è emerso come “fattore decisivo che, nella divisione Mercedes-Benz Cars, le vendite di SUV saranno inferiori alle attese e i costi più alti di quanto precedentemente stimato – non completamente trasferiti a carico dei consumatori -, a causa delle tariffe sulle importazioni più elevate per i veicoli Usa nel mercato cinese. Questo effetto non può essere compensato a pieno dalla riallocazione dei veicoli in altri mercati”.
Il comunicato prosegue:
“Un altro fattore decisivo, è che ci si attende che gli utili della seconda metà dell’anno faranno fronte alla conseguenza negativa legata al nuovo processo di certificazione WLTP (Worldwirde Harmonized Light Vehicles Test Procedure, ovvero la procedura internazionale armonizzata di prova per i veicoli leggeri). In più, gli utili dei Mercedes-Benz Vans saranno colpiti dal richiamo dei veicoli diesel e, ancora, quelli della divisione Daimler Buses accuseranno il calo della domanda in America Latina”.
Il risultato, si legge nel comunicato, è che per l’anno 2018, Daimler ha ora le seguenti aspettative sull’EBIT. Per le divisioni e il gruppo le stime sono le seguenti:
- Mercedes-Benz Cars: lievemente al di sotto dell’anno scorso
- Mercedes-Benz Vans: al di sotto in modo significativo rispetto al livello dell’anno scorso
- Daimler Buses: come l’anno scorso
- Daimler Group: lievemente al di sotto del livello dell’anno scorso.
Il titolo della multinazionale tedesca accusa il colpo in Borsa, cedendo più del 4%, a 57,96 euro. I sell si abbattono anche sui titoli del settore auto in Europa, con il sottoindice di riferimento che precipita fino a -1,4% circa nella sessione odierna, scivolando al minimo degli ultimi nove mesi.
Il profit warning -che è stato lanciato precisamente nella tarda giornata di ieri – interessa in particolare il fatturato e gli utili dei SUV che Daimler produce nella sua fabbrica americana in Alabama, e si spiega con i dazi sulle importazioni di auto costruite negli Usa che Pechino ha lanciato, in ritorsione alle tariffe punitive che il presidente Usa Donald Trump ha annunciato lo scorso venerdì, per un valore di $50 miliardi.
Insieme a BMW e Volkswagen, Daimler ha deciso di sostenere intanto l’abolizione di tutti i dazi sulle importazioni di auto che sono stati imposti e/o minacciati tra l’Unione europea e gli Stati Uniti, al fine di trovare una soluzione pacifica alla guerra commerciale.
Da segnalare che i dazi del 25% che Pechino ha proposto contro il settore auto Usa colpirà in tutto quasi 270.000 veicoli, con i produttori di auto tedeschi che incideranno per $7 miliardi sul totale di $11 miliardi.
I sell odierni non si sono abbattuti solo sul settore auto europeo. Sotto pressione anche i titoli delle case automobilistiche giapponesi e sudcoreane: case che esportano in Cina veicoli prodotti localmente attraverso le diverse joint-venture siglate con partner cinesi e che non esportano dunque in Cina veicoli fabbricati negli Stati Uniti. Tuttavia, gli analisti riferiscono che la guerra commerciale Usa-Cina sta alimentando un effetto domino in altri paesi, che temono che i dazi doganali di Trump possano finire con il colpire tutte le auto straniere che gli Stati Uniti importano, a prescindere dal paese interessato.
In tal senso, così come spiega Kwon Soon-woo, analista presso SK Securities, “i produttori di auto sudcoreani, rispetto ai rivali, importano più auto in Usa, confermandosi così vulnerabili all’imposizione potenziale dei dazi (da Trump)”.
“Non stupisce, alla luce di quanto emerge, che Kia Motors sia scesa fino a -2,9% e Hyundai Motor abbia perso alla borsa di Seoul -1,9%. Entrambe sono scivolate al minimo in più di 28 mesi.