La lettera di riforme presentata dal governo Tsipras e accettata dall’Eurogruppo è solo un punto di partenza. È la linea di partenza per un processo di negoziati difficile che condurrà, secondo l’analisi del Team Macro di Exane BNP Paribas, nient’altro che al terzo salvataggio della Grecia.
Nessuno si sogna di dire che la questione greca sia avviata a una soluzione. L’accettazione, da parte dell’Eurogruppo della lettera con le prime proposte di riforma del governo Tsipras e il via libera agli aiuti finanziari fino a giugno prossimo, hanno solo comprato del tempo. La presentazione di questa lista era condizione necessaria perché i negoziati tra Grecia e partner europei potessero iniziare, per tenere aperto un varco nel muro che le due parti hanno eretto all’indomani della vittoria di Syriza nelle elezioni greche. Un muro fatto di dichiarazioni contrastanti e ben poco amichevoli.
I mercati finanziari hanno accolto positivamente questo ‘successo’, se così si può chiamare “ma, considerato il fabbisogno di capitale del governo ellenico, potrebbe essere necessario trovare un accordo formale prima della scadenza di aprile, fissata dal presidente dell’Eurogruppo Dijsselbloem”. Al più tardi ad aprile è stato infatti fissato un nuovo esame da parte delle istituzioni al piano di riforme della Grecia. Per gli analisti del Team Marco di Exane BNP Paribas “la concessione della tranche finale del piano di bail-out posticiperà solo la data in cui il governo greco si troverà a corto di liquidità. Anche se è facile ipotizzare che, dopo giugno, verrà offerta alla Grecia un’ulteriore linea di credito di emergenza, il Paese dovrà sicuramente negoziare un terzo programma di bailout che appare necessario per far fronte ai debiti futuri in scadenza”.
Gli esperti di Exane BNP Paribas indicano inoltre tre elementi che rendono il quadro, se possibile, ancora più complesso:
1)Nel terzo trimestre diventeranno esigibili, da parte del Fondo monetario internazionale e degli obbligazionisti, 11 miliardi di euro di debito greco;
2)l’avanzo primario del Paese potrebbe diminuire a seguito del crollo delle entrate fiscali registrato a gennaio;
3)l’emissione di Buoni del Tesoro a breve termine sta diventando costosa a fronte di un calo dell’appetito degli investitori.