Grecia: Fmi, situazione è peggiorata. Necessari interventi sul debito e altri 50 miliardi
Cosa serve per salvare Atene? Interventi sul debito e 50 miliardi di euro in tre anni. Questa la ricetta del Fondo monetario internazionale per tirare fuori Atene da una situazione che non accenna a migliorare. La dinamica del debito è “insostenibile”, si legge in un report preliminare dedicato alla sostenibilità del debito ellenico preparato dall’istituto con sede a Washington, e il Paese necessita di intraprendere un “serio” processo riformatore per risollevarsi.
In primo luogo sono necessari interventi sul debito. Le passività nei confronti dei partner europei devono essere riscandenziate: in particolare va raddoppiato a 20 anni il periodo di grazia, quello in cui i debiti non vengono rimborsati, e va incrementato (al momento è pari a 20 anni) il periodo in cui effettuare i rimborsi. In secondo luogo c’è la questione 50 miliardi di euro, per la precisione 50,2 miliardi, che Atene necessita tra ottobre 2015 e fine 2018. Non fanno parte del computo i 16 miliardi di euro che l’esecutivo sarà chiamato a rimborsare nel corso dell’estate.
“Da inizio anno, c’è stato un cambiamento molto netto delle politiche adottate e dell’outlook e questo ha portato ad un notevole aumento del fabbisogno”, rileva il Fmi. “Complessivamente, nell’ambito del pacchetto proposto dalle istituzioni alle autorità greche, il fabbisogno dovrebbe raggiungere circa 50 miliardi da ottobre 2015 fino alla fine del 2018”.
Rispetto alle analisi condotte nel 2014 la situazione della Grecia si è aggravata e, terminato il piano di sostegno con i creditori europei (la cui fine è già stata posticipata), Atene non può accedere a nuovi prestiti del Fondo monetario fino a quando non rimborserà il pagamento da 1,55 miliardi scaduto martedì. Un anno fa il Fondo stimava un calo del debito dal 175% del 2013 al 128% nel 2020 mentre ora tra cinque anni il rapporto tra il debito e il Prodotto interno lordo è visto al 150%. La view sul Pil 2015 passa dal 2,5% stimato ad aprile a 0%.
Non solo, nell’ipotesi in cui, rileva l’istituto guidato da Christine Lagarde, la Grecia dovesse avere il tasso di partecipazione al mercato del lavoro più alto in Europa, il minor tasso di disoccupazione e incrementi di produttività in linea con quelli dei partner europei, il tasso di crescita dell’economia sarebbe ancora inferiore al punto percentuale.
“Per assicurare alte probabilità di sostenibilità al debito, le politiche greche dovranno cambiare […], le scadenze dei prestiti necessiteranno di un estensione significativa e, al contempo, nuovi finanziamenti europei […] dovranno essere concessi”, riporta il resoconto. “Ma se il pacchetto di riforme attualmente allo studio sarà ulteriormente indebolito -in particolare, tramite un ulteriore riduzione dei target di surplus primario e l’indebolimento del processo di riforme strutturali- tagli al debito diventeranno necessari”.
Solo nel caso di una “completa e decisa” implementazione del riforme strutturali, “la Grecia potrà tornare a crescere di due punti percentuali nel medio-lungo termine”.