A. Grech: per l’euro la minaccia arriva dalle ricapitalizzazioni del comparto bancario
Con i listini che in attesa di Wall Street provano a recuperare terreno, +0,2% per il cross euro/dollaro a 1,2704 e +0,7% per l’euro/yen, che si porta a 107,15. A sostenere l’andamento della moneta unica le notizie arrivate dall’Asia e dalla Francia. In crescita anche il cross dollaro/yen, che con un rialzo di mezzo punto percentuale si porta a 84,310.
Da un lato il calo del surplus cinese, segno che l’avanzata del Celeste Impero può aiutare anche la ripresa delle economie più mature, e la revisione del Pil giapponese, salito dell’1,5% dal +0,4% della prima lettura. Sempre per quanto riguarda il Giappone, il primo ministro Naoto Kan ha annunciato un pacchetto di stimoli all’economia da 915 miliardi di yen (10,9 mld $). Dall’altro il +0,9% messo a segno dalla produzione industriale francese a luglio, sopra il +0,7% delle attese.
“Come la sterlina, anche l’euro si troverà ad affrontare periodi di prese di profitto durante i rally, visto che le aspettative di un più severo regime di austerità fiscale in tutta Europa, e i dubbi sulla solidità del settore bancario della regione, incoraggiano gli investitori a diversificare puntando su beni di rifugio. Ci sono inoltre probabilità di vedere una nuova ondata di aumenti di capitale nel settore bancario della regione nel breve-medio termine, il che potrebbe alimentare l’incertezza ed esercitare pressione sull’euro”, rileva Anthony Grech, analista di IG Markets.
La sterlina oggi perde terreno in scia delle indicazioni macroeconomiche. L’incrocio eur/gbp sale a 0,8241 mentre il gbp/usd si porta a 1,5403. Ad agosto i prezzi alla produzione in Gran Bretagna hanno fatto registrare l’incremento annuo minore degli ultimi sei mesi, mettendo a segno un rialzo del 4,7%, contro il 4,8% del consenso. Su base mensile il dato non ha registrato variazioni, contro il +0,1% del consenso. Si tratta di un dato che potrebbe accelerare il rientro dell’inflazione, al 3,1%, sotto il 3% fissato dalla Bank of England.
I dati arrivati dalla Cina e le indiscrezioni secondo cui il Celeste Impero potrebbe alzare i tassi di interesse, nella prima parte di seduta ha sostenuto il dollaro australiano, a 0,9238 nell’aud/usd ed a 1,3737 nel cambio eur/aud. Secondo indiscrezioni circolate nelle ultime ore la Banca Centrale di Pechino potrebbe alzare il costo del denaro, una mossa che spingerebbe per una rivalutazione dello yuan, accrescendo il potere d’acquisto e favorendo l’economia australiana, che nella Cina ha il primo partner commerciale.
“Tuttavia, con il quadro economico sempre più irregolare, la mia idea è che il mercato continuerà a favorire le valute di rifugio e coglierà l’opportunità di vendere le valute rischiose durante i rally del mese successivo”, sottolinea Grech.