I Grandi si riuniscono a Deauville, al via oggi il G8. Fuori agenda si discuterà di Fmi
Ha preso il via questa mattina a Deauville, città balneare della Normandia, il trentasettesimo G8. Gli otto principali paesi industrializzati del mondo (Stati Uniti, Giappone, Germania, Francia, Regno Unito, Italia, Canada e Russia) si riuniranno oggi e domani in Francia per confrontarsi più che sui temi dell’economia globale, sulle problematiche come il nucleare, il web e le manovre di sostegno ai Paesi del Nord Africa. Ma non solo. Seppur non in agenda, i leader degli otto discuteranno della successione al Fondo Monetario Internazionale (Fmi).
A fare gli onori di casa sarà il presidente francese, Nicolas Sarkozy, che nel suo discorso di apertura toccherà solo parzialmente i temi sulla crescita globale. Nel pomeriggio inizieranno a tutti gli effetti i lavori con la prima sessione che riguarderà il nucleare e in particolare la sicurezza degli impianti, dopo il disastro di Fukushima e la possibile revisione degli standard da parte dell’Aiea. Secondo argomento di confronto sarà la questione della rete web con la proposta di maggiori controlli. In serata verrà avviato il discorso sul conflitto in Libia e il sostegno ai Paesi del Nord Africa, sconvolti dalle recenti tensioni politiche. Su quest’ultimo punto, ci sarebbe nell’aria una proposta di aiuti per Egitto e Tunisia che potrebbe vedere il coinvolgimento di Banca Mondiale e Fmi. Secondo la stampa, si potrebbe avanzare l’ipotesi anche di un piano Marshall europeo per il Medio Oriente e il Nord Africa. Infine, domani mattina si discuterà della Corea del Nord.
Seppur non in agenda, gli otto Grandi affronteranno la scottante questione della nuova guida del Fmi, dopo le dimissioni di Dominique Strauss-Kahn e la candidatura ufficiale arrivata ieri dalla francese Christine Lagarde. Il ministro dell’Economia francese ha raccolto finora l’appoggio di Germania e Italia. Il sostegno italiano è in parte dovuto, dopo il supporto di Parigi per la candidatura di Mario Draghi alla presidenza della Banca centrale europea. Ma la partita è ancora tutta da giocare. Perchè contro la francese si sono già schierati i Brics e i Paesi emergenti, che puntano a eleggere un loro rappresentante vista la loro crescente importanza nel panorama dell’economia mondiale. Nei giorni scorsi, il Messico ha fatto sapere che presenterà ufficialmente la candidatura del Governatore della Banca centrale messicana, Agustin Carstens, per il posto di direttore del Fmi. Secondo il modello seguito a partire dalla seconda guerra mondiale, agli europei spetterebbe la posizione di comando del Fmi mentre agli americani la guida della Banca mondiale. Ma già nel 2007, alla nomina di Strauss-Kahn, la procedura standard iniziava a scricchiolare, con la proposta di una nomina non tramite passaporto ma secondo il merito.