Notizie Notizie Italia Governo tra anticipo del pareggio di bilancio e Piano B. L’Ue: bene le misure dell’Italia

Governo tra anticipo del pareggio di bilancio e Piano B. L’Ue: bene le misure dell’Italia

8 Agosto 2011 13:19

L’Unione Europea è fiduciosa riguardo alle decisioni prese da Italia e Spagna perché contribuiranno alla stabilità dell’area euro. Bruxelles non prende nemmeno in considerazione l’ipotesi di un doppio salvataggio italo-spagnolo. Il presidente della Ue, Herman Van Rompuy, ha dichiarato di garantire personalmente che ogni decisione presa sia applicata nei tempi stabiliti. La Banca Centrale Europea ha deciso di acquistare sul mercato secondario sia i Btp italiani sia i Bonos spagnoli. Una mossa che però ha avuto in cambio dal Governo italiano una promessa impegnativa: l’anticipo di un anno del pareggio di bilancio rispetto al 2014.


L’annuncio è stato dato venerdì a mercati chiusi da Berlusconi, Tremonti e Letta. Il premier, dopo una serie di colloqui telefonici con i principali leader del Vecchio Continente, ha fissato 4 punti fondamentali: pareggio di bilancio anticipato al 2013, pareggio di bilancio fissato anche in Costituzione, riforma per rilanciare il mercato del lavoro, liberalizzare tutto ciò che non è vietato. Ovviamente quasi tutti i commentatori e gli economisti si sono subito concentrati sul punto più saliente annunciato dall’esecutivo: il pareggio di bilancio anticipato al 2013.
 
Giulio Tremonti ha spiegato che per fare ciò non occorrerà modificare l’impianto base della manovra da 48 miliardi di euro ma soltanto anticiparne la corsa. L’accelerazione dovrebbe riguardare soprattutto la riforma assistenziale, i cui provvedimenti dovranno assicurare effetti positivi per 4 miliardi di euro già durante il prossimo anno e per 20 miliardi di euro nel 2013. Senza un’accelerazione della riforma assistenziale, il Governo dovrebbe tagliare mediamente del 5% nel 2013 e del 20% nel 2014 le numerose voci di detrazioni, agevolazioni e deduzioni a livello fiscale.


Questo, in sintesi, quello che dovrebbe approvare in settimana il Consiglio dei Ministri. Nemmeno il tempo di digerire il primo giorno settimanale di scambi borsistici, che già iniziano a circolare le ipotesi di un “Piano B” oltre alla riforma assistenziale e al taglio delle agevolazioni fiscali. Secondo indiscrezioni di stampa, il piano alternativo del Governo viaggerebbe lungo tre direttive: pensioni di anzianità, aumento dell’Iva e privatizzazioni. Se sulle pensioni e le privatizzazioni è più difficile fare calcoli, riguardo all’Imposta sul valore aggiunto circolano già alcuni numeri.


In sostanza un solo punto in più dell’Iva potrebbe portare nelle casse dello Stato un tesoretto di circa 10 miliardi di euro. Sempre secondo indiscrezioni, l’aumento andrebbe a toccare l’Iva “ridotta” (attualmente al 10%) e quella “ordinaria” (al 20%), mentre non dovrebbe subire rincari l’aliquota minima del 4%, ovvero quella applicata sugli alimentari e sulle abitazioni prima casa. Fin qui le misure ordinarie, ma sullo sfondo resta lo spettro di misure da extrema ratio: la patrimoniale e il ripristino dell’Ici sulla prima casa.