Il governo ottiene la fiducia con 316 sì
Per un punto Martin (non) perse la cappa. L’esecutivo di Berlusconi passa l’esame della fiducia alla Camera raggiungendo per un punto la maggioranza assoluta fissata a 315 voti. Il governo incassa 316 voti favorevoli contro 301 contrari. Non un risultato da poco tenendo conto dei rumors precedenti alla votazione che davano come risicata la maggioranza che avrebbe ottenuto il premier.
Fallita la strategia messa a punto dall’opposizione nel decidere di non presentarsi in aula nel tentativo di non far raggiungere il numero legale necessario per la votazione. Hanno partecipato alla chiamata cinque rappresentanti del partito radicale e due dell’Svp. A quel punto anche il resto dell’opposizione ha partecipato al voto.
Inutili anche le assenze di Fabio Gava e Giustina Destro, i due deputati fedeli all’ex ministro Claudio Scajola, che invece oggi ha votato sì alla fiducia.
Positiva la reazione dei mercati finanziari. A Piazza Affari il Ftse Mib, all’annuncio dell’esito della votazione, è schizzato sui massimi di giornata, anche se il listino meneghino ha beneficiato dell’influsso positivo dei dati macro statunitensi che hanno battuto le attese degli analisti.
Parzialmente smentite le previsioni odierne di alcuni analisti che avevano contato un numero di parlamentari a favore del governo molto più esiguo rispetto alle precedenti richieste di fiducia, preannunciando così una votazione dall’esito particolarmente incerto.
Dopo il Consiglio dei Ministri, attualmente in corso in cui si sta discutendo dei tagli ai ministeri, Silvio Berlusconi è atteso da Napolitano al Quirinale. L’argomento non sarà il voto fiducia, come sottolineato dallo stesso premier, ma bensì la travagliata nomina per la presidenza di Banca d’Italia.