Notizie Notizie Italia Governo May in bilico: si dimette anche il volto della Brexit Boris Johnson. Sterlina ko

Governo May in bilico: si dimette anche il volto della Brexit Boris Johnson. Sterlina ko

Pubblicato 9 Luglio 2018 Aggiornato 5 Luglio 2019 15:01

Theresa May alle corde. Da mesi in bilico alla ricerca di consensi all’interno della sua maggioranza di governo per la linea da seguire nella trattativa sul divorzio da Londra dall’Unione europea, la May ora deve fronteggiare il doppio colpo delle dimissioni prima del ministro per la Brexit, David Davis, e poi di Boris Johnson, ministro degli Esteri, anche lui contrariato dalla svolta soft dei negoziati per la Brexit.

La svolta soft spacca il governo, verso nuove elezioni?

Venerdì scorso la premier britannica aveva riunito i suoi ministri a Chequers, nella sua residenza di campagna, a cui aveva proposto la sua nuova idea: introdurre un’area di libero scambio tra Gran Bretagna e Unione europea, un’area in cui non ci sarebbe bisogno dei dazi e che avrebbe permesso a Londra di controllare l’immigrazione e stringere patti commerciali con altri paesi.

Una linea soft che non è piaciuta al suo ministro per la Brexit David Davis che nella notte ha rassegnato le dimissioni. Dimissionario anche il sottosegretario Steve Baker. La premier, che stamane avrebbe dovuto illustrare al Parlamento la nuova strategia del Governo nei negoziati con la Ue, ha nominato un nuovo ministro responsabile di Brexit: Dominic Raab, grande sostenitore di Brexit. E ora, in pieno effetto domino, anche il ministro per gli Esteri Boris Johnson ha lasciato il suo incarico. Theresa May non ha fatto in tempo a sostituire uno che un altro ha dato forfait. Un effetto domino che ha messo con le spalle al muro la premier.

Uomo simbolo della Brexit, l’ex sindaco di Londra con le sue dimissioni ha lanciato un forte messaggio al 52% degli elettori inglesi che a giugno del 2016 hanno votato a favore dell’uscita di Londra dall’Ue: il vostro volere è stato tradito. L’uscita di Johnson potrebbe incoraggiare altri a fare altrettanto stringendo così il cerchio attorno alla premier inglese.

“L’uscita di Boris Johnson è una vera e propria sfida alla leadership di Theresa May – argomenta Filippo Diodovigh, market strategist di IG – . Johnson è stato uno dei promotori del fronte “Leave” durante il referendum del 2016. I timori degli investitori sono fissati su una possibile crisi di Governo (altri ministri “Brexiteer” potrebbero uscire dal Governo) e l’annuncio di nuove elezioni”

La reazione della sterlina

Stamani la notizia delle dimissioni del ministro per la Brexit David Davis non avevano impattato sulla sterlina che si è apprezzata nei confronti del dollaro salendo a 1,3363, ai massimi da due settimane e sopra gli 1,328 precedenti all’annuncio e nei confronti dell’euro si è mantenuta stabile, sopra quota 0,88. La notizia delle dimissioni di David Davis aveva infatti lasciato gli analisti alla finestra in attesa di capire come si sarebbe evoluta la situazione.

Le dimissioni di Johnson hanno invece causato un dietrofront della sterlina con GBP/USD sceso a 1,3242 sui minimi di giornata rispetto a al picco intraday a 1,3363 di questa mattina (massimo a due settimane), a testimonianza dell’umore degli investitori che vedono ora una spaccatura nel governo May difficilmente risanabile.

Se sembra in bilico il governo May, per gli investitori il punto cruciale non è se il partito dei Conservatori resisterà o meno, quanto piuttosto il tipo di Brexit che sarà concordato, come sottolinea Viraj Patel, analista di Ing.
“Lo diciamo da tempo, quello che incide sulla sterlina è il tipo di accordo che sarà trovato, non chi lo troverà. La sterlina è in grado di reggere cambi di poltrone, a patto che non ci siano altri eventi collaterali”.