Google dirotta il traffico su Hong Kong, Pechino reagisce a muso duro
Google dice basta alla censura cinese per i servizi Search, News e Images. E lo fa attraverso Hong Kong aggirando così i paletti imposti da Pechino: i navigatori cinesi di Google.cn verranno quindi dirottati sul sito Google di Hong Kong (google.com.hk) che offrirà loro risultati senza filtri. La condanna di Pechino non si è fatta attendere: il gruppo americano ha “violato una promessa scritta” e ha “totalmente sbagliato” a mettere fine alla censura. Inoltre il gigante asiatico ha espresso indignazione per le accuse “irragionevoli” mosse nei suoi confronti. La Casa Bianca si è invece detta delusa dalla mancanza di un accordo tra la Cina e Mountain View, un accordo che avrebbe consentito al motore di ricerca di restare a operare in Cina. “Google ha preso questa decisione sulla base di quello che considerava essere il suo interesse”, ha osservato il governo di Washington, ritenendo che “la libertà di espressione e un accesso senza restrizioni all’informazione sia un diritto riconosciuto sulla scena internazionale”.
L’annuncio di Google arriva al termine di un periodo di forte incertezza sulla strategia di Mountain View in Cina dopo aver subito una serie di cyber attacchi dietro i quali si sospetta ci fosse la mano del governo di Pechino. Il gruppo americano non intende comunque lasciare la Cina tout court: la società prevede infatti di mantenervi le proprie attività di ricerca e sviluppo e delle vendite così da poter approfittare della crescita del mercato cinese. Gli analisti, invece, ritengono sia possibile che questa decisione possa pregiudicare altri progetti di Google sul mercato cinese, come quelli sul software per telefonini Android. Un mercato che è un’importante opportunità di sviluppo per la società, che ha visto rallentare la propria crescita anche negli Stati Uniti e in Europa. E che in Cina genera solo una piccola parte dei suoi profitti annuali che toccano quota 24 miliardi di dollari.
E’una soluzione “ragionevole” e perfettamente “legale” che “aumenterà significativamente l’accesso alle informazioni dei cinesi”, si legge in una nota diffusa attraverso il blog di Google. “Ci auguriamo che il governo di Pechino rispetti le nostre decisioni, anche se siamo ben consapevoli che in ogni momento l’accesso ai nostri servizi potrebbe essere bloccato”. Attraverso Google.com.hk, i navigatori cinesi potranno ottenere informazioni non censurate in un “linguaggio semplice” specificatamente messo a punto per loro. “Intendiamo continuare le nostre attività di ricerca e sviluppo in Cina e mantenere la nostra presenza in termini di vendite, anche se – aggiunge il gruppo americano – la dimensione della nostra squadra per le vendite ovviamente dipenderà almeno in parte dalla capacità dei cinesi di accedere a google.com.hk. Vogliamo chiarire che tutte queste decisioni sono state messe a punto dai nostri manager negli Stati Uniti e nessuno dei nostri dipendenti in Cina può o deve essere ritenuto responsabile”.