Goldman Sachs: il trading torna a spingere i conti, utile del primo trimestre segna un +27%
Quinta grande banca di Wall Street a presentare la trimestrale, Goldman Sachs si è inserita nel solco già tracciato dai numeri sopra le stime di JPMorgan, Citigroup, Wells Fargo e Bank of America. Se finora le performance della divisione trading avevano restituito un quadro altalenante, nel caso del colosso fondato da Marcus Goldman e da Samuel Sachs hanno rappresentato il motore che, insieme al taglio dell’aliquota fiscale voluto dall’amministrazione Trump, ha permesso all’ultima riga di conto economico di chiudere i primi tre mesi con un balzo di 27 punti percentuali a 2,83 miliardi di dollari.
Il risultato per azione, a 6,95 dollari, ha agevolmente battuto i 5,58 dollari del consenso. Andamento decisamente positivo anche per il giro d’affari, salito di 2 miliardi a 10,04 miliardi (8,74 miliardi per gli analisti).
Il business relativo il trading di reddito fisso, valute e materie prime (FICC, Fixed-Income, Currency and Commodities), che l’anno scorso aveva zavorrato i conti, ha capitalizzato il ritorno della volatilità segnando ricavi per 2,1 miliardi di dollari, il 23% in più rispetto a un anno fa, mentre il fatturato del trading di azioni è cresciuto di ben il 38% a 2,3 miliardi. Incremento più contenuto, +5%, per l’investment banking (1,8 miliardi).
Il RoE (Return on Equity, l’indice di redditività del capitale proprio) annualizzato è salito al 15,4%, il livello maggiore da oltre cinque anni. Il Consiglio di amministrazione della società ha deliberato la distribuzione di un dividendo trimestrale di 0,80 dollari per azione, +5c rispetto al precedente.
“Solide Performance dei nostri business hanno prodotto forti ritorni nel primo trimestre”, ha commentato il n.1 Lloyd Blankfein.“Siamo ben posizionati per servire i nostri clienti in un contesto in cui l’economia mondiale si conferma solida e le banche centrali ritirano parte degli stimoli”.