Global X: dall’uranio alle strategie defined outcome, tre idee per navigare la volatilità
Nell’insicurezza attuale, una certezza di medio-lungo termine è rappresentata da quei materiali chiave per la transizione energetica, come il litio o il cobalto. La domanda di queste materie prime critiche è destinata ad aumentare notevolmente, anche grazie alle iniziative dei governi in merito.
Anche l’uranio, il cui prezzo è cresciuto da inizio anno di quasi il 40%, rappresenta un’opportunità interessante, grazie al rinnovato interesse per l’energia nucleare come fonte sostenibile per la transizione.
Infine, le strategie defined outcome, che rinunciano in parte ai rialzi di mercato per mitigare eventuali ribassi, appaiono particolarmente adatte al contesto attuale.
Tutto questo viene spiegato nel contributo a cura di Alexander Roll, Investment Strategist di Global X, in cui suggerisce alcune opportunità di investimento per affrontare l’attuale contesto di mercato turbolento, tra tensioni geopolitiche e i dubbi sulle prossime mosse delle banche centrali.
Il potenziale dei materiali “disruptive”
Con l’avvicinarsi della fine del ciclo di rialzo dei tassi, gli investitori cominciano ad essere preoccupati dai livelli dei rendimenti statunitensi, in particolare in termini reali, e del loro impatto sulle azioni. E sebbene i consumi rimangano forti, l’esaurimento dei risparmi delle famiglie statunitensi è un’altra questione da monitorare. In questo contesto, alcune idee di investimento, come temi caratterizzati da forti tendenze secolari e dal sostegno governativo, o strategie di riduzione della volatilità, potrebbero risultare particolarmente interessanti. Alexander Roll fa tre esempi.
Innanzitutto, la rapida crescita della domanda di energia pulita ha creato nuove opportunità per i materiali che definiamo “disruptive”: tra il 2017 e il 2022, la domanda dal settore energetico è triplicata per il litio, aumentata del 70% per il cobalto, del 40% per il nichel. Questo pur in un panorama complesso caratterizzato da prezzi volatili, strozzature nella catena di approvvigionamento e preoccupazioni geopolitiche. Per affrontare questi problemi, numerosi Paesi hanno introdotto politiche e iniziative, tra cui il Critical Raw Materials Act dell’Unione Europea e l’Inflation Reduction Act degli Stati Uniti.
I materiali disruptive sono infatti indispensabili in un numero crescente di applicazioni, dall’elettronica alle rinnovabili, fino all’industria della difesa, e questo contribuirà all’impennata della loro domanda. Nello scenario della IEA (International Energy Agency) che prevede il raggiungimento del Net Zero entro il 2050, si stima che la domanda di queste materie prime aumenterà di tre volte e mezzo entro il 2030.
Per investire su questo tema, Global X mette a disposizione l’ETF Global X Disruptive Materials (DMAT) che mira a investire in aziende che producono metalli e altre materie prime essenziali per l’espansione di tecnologie dirompenti, come batterie al litio, pannelli solari, turbine eoliche, celle a combustibile, robotica e stampanti 3D. I materiali presi di mira includono aziende coinvolte nell’esplorazione, estrazione, produzione e/o valorizzazione di materiali delle terre rare, zinco, palladio e platino, nichel, manganese, litio, grafene e grafite, rame, cobalto e fibra di carbonio.
L’uranio e l’energia nucleare
Allo stesso tempo, prosegue Roll, anche l’uranio rappresenta una forza fondamentale per il futuro della sicurezza energetica. Sempre di più i governi stanno riconoscendo che l’energia nucleare è una soluzione sostenibile per il crescente fabbisogno energetico mondiale, oltre che una fonte affidabile di generazione di elettricità. La domanda di energia nucleare è aumentata di conseguenza in molte economie, tra cui Cina, India, Giappone, Stati Uniti e diversi Paesi europei.
Le azioni di aziende che estraggono uranio, in questo senso, possono offrire un’esposizione a leva su una materia prima più illiquida rispetto alle altre, ma che probabilmente gode di un momentum più persistente. Ciò è dovuto al pronunciato squilibrio tra domanda e offerta di uranio, e al suo ciclo più lungo per raggiungere un punto di equilibrio.
In questo scenario, l’investimento in ETF sull’uranio come il Global X Uranium UCITS ETF (URNU) offre un metodo efficiente e conveniente per accedere a un paniere diversificato di società coinvolte nelle attività di estrazione dell’uranio, mitigando alcuni dei rischi associati ai singoli minatori di uranio.
Come ridurre la volatilità del portafoglio
Infine, le strategie defined outcome possono offrire sia una riduzione della volatilità del portafoglio, che un minor rischio di duration rispetto alle obbligazioni. La priorità della riduzione del rischio rispetto alla ricerca del rendimento può essere ideale in caso di incertezza sulla direzione del mercato, o di previsione di un aumento della volatilità, e una strategia defined outcome può contribuire proprio a raggiungere questo obiettivo. Se i mercati dovessero crollare, il ribasso sarebbe mitigato fino a un determinato livello, pur non perdendo del tutto la partecipazione a potenziali rialzi.
È importante notare, conclude Roll, che queste strategie defined outcome sembrano essere più efficaci quando gli investitori si impegnano per un periodo di detenzione predeterminato, e possono potenzialmente integrare un portafoglio tradizionale 60/40, riducendo il beta complessivo del portafoglio e il rischio di duration sul reddito fisso a lungo termine.