Gli stress test al vaglio degli analisti. Dubbi su Core Tier 1 e svalutazioni portafoglio
L’European Banking Authority (EBA) ha svelato venerdì le metodologie e i criteri della nuova tornata di stress test sulle banche europee, i cui risultati saranno pubblicati a giugno. I punti che hanno lasciato scontenti chi auspicava parametri più stringenti sono sostanzialmente due: l’EBA non ha fornito il livello minimo del Core Tier 1 e ha deciso di non “stressare” i Titoli di Stato detenuti nei libri bancari, ma solo quelli che figurano nel trading book . “Lo scenario avverso che abbiamo tracciato è più severo rispetto ai test del 2010, sia per la deviazione prevista sia per il calcolo probabilistico”, ha assicurato in una nota l’Autorità bancaria europea guidata dall’italiano Andrea Enria.
“I dettagli sono in linea con le indiscrezioni stampa circolate nelle ultime settimane e in generale i nuovi criteri sono molto simili a quelli dell’edizione 2010, salvo alcuni miglioramenti” commentano gli analisti di Credit Suisse. Ma quali sono i miglioramenti? Innanzitutto lo scenario dell’EBA ipotizza una frenata del 4% del Pil europeo nel biennio 2011-2012, mentre lo scorso anno era prevista una flessione del 3%. Il tasso di disoccupazione della zona euro è visto al 10,3% nel 2011 e al 10,8% nel 2012, mentre l’Euribor è immaginato in aumento di 200 punti base rispetto ai 125 punti base ipotizzati lo scorso anno.
L’elemento di maggior delusione per chi auspicava test più severi rispetto a quelli dello scorso anno è la decisione di non “stressare” i Titoli di Stato detenuti nei libri bancari, ma solo quelli che figurano nel trading book. In sostanza, i titoli detenuti fino alla scadenza nei libri bancari non vanno sottoposti al mark to market. Le svalutazioni sui bond governativi a dieci anni saranno nell’ordine del 19,8% per i portoghesi, del 17,1% per i greci, del 14,6% per gli spagnoli, del 13,1% per gli italiani, del 7,3% per i francesi e del 3,5% per i tedeschi. “Il taglio assunto per i Buoni del Tesoro detenuti nel trading book è abbastanza severo, ma potrebbe generare un risultato migliore per le banche italiane visto che i Titoli nei loro portafogli hanno una media di circa 2 anni”, scrive Intermonte ricordando che la svalutazione è minore sui bond a breve termine.
L’EBA non ha inoltre fornito il livello minimo del Core Tier 1, che potrebbe variare dal 5% al 7%. Partendo dal fatto che lo scenario 2011 sarà più severo rispetto ai test del 2010 il Core Tier 1 dovrebbe essere fissato al 5%, visto che lo scorso anno l’asticella patrimoniale fu fissata al 6% del patrimonio Tier 1 (equivalente a circa il 5% del Core Tier 1). Per il momento l’EBA non ha ancora comunicato la lista delle banche coinvolte, ma sotto esame dovrebbero finire 88 istituti europei, a copertura del 65% degli asset continentali. Le italiane coinvolte saranno con ogni probabilità le stesse della precedente edizione: Intesa SanPaolo (Core Tier 1 al settembre 2010 pari al 7,70%), Unicredit (8,61%), Monte dei Paschi (7,90%), Banco Popolare (7%) e Ubi Banca (7,56%).
Il risultato dei nuovi stress test “potrebbe far scivolare il Core Tier 1 (stime 2012 con i criteri di Basilea 2) delle banche europee dal 10,1% al 7,3%”, scrive Mediobanca nel report odierno. Anche gli analisti di piazzetta Cuccia restano in attesa di conoscere il livello minimo di Core Tier 1, che consentirà alle banche di passare o meno gli stress test. “Nelle nostre stime il Core Tier 1 di nessuna banca è visto sotto il 5%, solo gli istituti italiani e il Banco Santander sono intorno al 6%”, è l’analisi del broker secondo cui “qualora l’EBA decidesse di escludere gli aiuti statali dal core capital, Commerzbank, Montepaschi e Popolare di Milano potrebbero scivolare sotto la soglia del 5%”.
In questo scenario, non verrebbero quindi contabilizzati i Tremonti Bond: 1,9 miliardi di euro per la banca senese e 500 milioni di euro per l’istituto di piazza Meda. Anche Intermonte prende in considerazione due istituti italiani: Ubi Banca e il Banco Popolare. “Secondo le nostre stime – scrivono gli esperti – Ubi dovrebbe attestarsi poco sopra il 6% di Core Tier 1 e riteniamo che sia oggi più probabile la conversione dei 639 milioni di euro di bond convertibili”. Il risultato degli stress test, infine, “potrebbe portare il Banco Popolare a convertire parte del soft convertibile in equity”.