Gli italiani “affluent” investono nel futuro un terzo della loro ricchezza (Schroders)
Oltre un terzo della ricchezza degli italiani più abbienti è destinato agli investimenti. Lo dice una ricerca di Schroders, la società di asset management che ha elaborato un indice di ricchezza (“wealth index”) a livello europeo che indaga sul comportamento di 1341 investitori con almeno 60 mila euro di patrimonio investito in 12 Paesi dell’Unione Europea.
Il risultato è che tra gli investitori di fascia alta la situazione economica è stabile, nonostante le turbolenze dei mercati. In una ripartizione del patrimonio in quote destinate a risparmio, spese, investimenti e debito, si nota che questa classe di investitori considera una priorità (ed evidentemente non un problema) risparmiare e investire per il futuro in un’ottica di pianificazione finanziaria a lungo termine. In particolare, l’investitore italiano medio ha risposto che il 54% del patrimonio viene speso, il 35% risparmiato e investito, e l’11% accantonato per ripagare i debiti. I dati relativi all’Italia sono in linea con la media europea.
Perché pianificare? Secondo la ricerca, in un momento di forte volatilità dei mercati, gli italiani hanno indicato come ragione primaria il desiderio di costituire un fondo di emergenza per far fronte agli imprevisti (42%), esigenza più sentita rispetto alla pianificazione pensionistica (31%). L’Italia figura fra i sei Paesi in cui almeno il 40% degli investitori considera una priorità mettere da parte un “gruzzolo” per le emergenze.
Tra la gamma di esigenze che motivano gli italiani a pianificare le proprie finanze, il 23% cita il finanziamento dell’istruzione e degli studi universitari dei figli, mentre il 13%accantona risorse per far fronte ai costi di assistenza all’infanzia. Solo il 12% invece pensa a risparmiare per la propria pensione.
Altro quadro interessante è fornito dalla destinazione degli investimenti degli “affluent” italiani: ben quattro su dieci guardano all’Asia/Pacifico come area di interesse in un momento in cui l’Europa è diventata terreno instabile. Il 18% degli investitori del Belpaese preferisce invece l’area emergente dell’Europa centro-orientale, mentre il Medio Oriente è amato dal16% degli italiani.
E investire nell’Italia? Lo farebbe solo il 22% degli investitori italiani, ma la media dell’Europa è più alta: il 30%.