Gli emergenti tornano a splendere, gli europei preferiscono i bond

Cresce la voglia di emergenti, sia sponda azioni che sponda bond. Il mese di febbraio è iniziato con il primo meeting dell’anno della Federal Reserve che non ha riservato novità con tassi fermi anche se rimane salda l’attesa di tre strette sul costo del denaro nel corso dell’anno. Proprio la settimana susseguente alla Fed ha visto schizzare ai massimi a 19 settimane i flussi sui fondi legati a bond emergenti (dati EPFR Global). Forte interesse anche sull’azionario emergente: spicca in particolare il crescente appeal del Brasile tra attese di ripresa economica, governo riformista e taglio dei tassi da parte della banca centrale carioca e da inizio anno gli ETF legati all’azionario carioca segnano già un balzo a doppia cifra.
Dollaro ago della bilancia
Dopo le fuoriuscite di novembre e dicembre dagli emergenti sull’effetto Trump e dollaro forte, gennaio ha visto ripartire la voglia di emergenti con importanti afflussi sugli ETF legati ai mercati emergenti sia nel reddito fisso sia nell’azionario complice in primo luogo proprio il ritracciamento del dollaro Usa. L’ultimo ETP Landscape a cura di BlackRock evidenzia come in realtà gli investitori europei stanno acquistando debito dei mercati emergenti e vendendo azioni dei mercati emergenti, mentre altrove gli investitori sono più concentrati sull’azionario: “Storicamente, gli asset dei mercati emergenti hanno registrato una forte performance in uno scenario in cui il dollaro statunitense si stava deprezzando e questo è stato tendenzialmente un indicatore di flussi verso gli ETF dei mercati emergenti – rimarca Patrick Mattar – Head of EMEA Broker Dealer Sales del team iShares Capital Markets – . Nonostante il contesto favorevole, la dinamica corrente suggerirebbe che attualmente gli investitori europei sono più avversi al rischio rispetto ai loro concorrenti a livello mondiale”. Mattar pone l’accento sul fatto che in Europa si sta assistendo a una rotazione verso l’azionario: per il quarto mese consecutivo i flussi dei fondi azionari domiciliati in Europa hanno superato quelli degli obbligazionari “come risposta degli investitori a tassi di interesse più elevati, ad aspettative di riflazione e ad un allargamento della ripresa macroeconomica globale. Tuttavia, i flussi del reddito fisso si confermano positivi con una chiara tendenza degli investitori europei verso il debito dei mercati emergenti”.
In Europa, inoltre, si evidenzia nel comparto azionario emergenti una divergenza tra replicanti legati a indici broad e quelli su singoli paesi. Come sottolineato dall’analisi mensile di Marlène Hassine, Head of ETF Research di Lyxor ETF, gli ETF sugli indici generali dei mercati emergenti hanno registrato deflussi, mentre gli investimenti degli ETF sui singoli paesi emergenti hanno raggiunto il livello più alto dell’ultimo anno a quota 238 milioni di euro, suddivisi tra Russia, Turchia e Brasile.
Tra le ultime novità per il mercato italiano c’è anche il Lyxor Ftse Emerging Minimum Variance Index UCITS ETF, disponibile sull’ETFPlus a partire da oggi, che permette un’esposizione sugli emergenti con la ponderazione dei titoli compresi nell’indice sottostante basata sui rendimenti passati e che ha come fine di minimizzarne la volatilità.