Gli analisti avvertono: c’è il rischio di una correzione seria
Le borse mondiali non usciranno in tempi rapidi dalla fase orso di questi giorni. Ne sono convinti gli analisti contattati questa mattina da Finanza.com. La visione generale è che questa volta ci si trovi di fronte a qualcosa di più di una salutare correzione. E questo nonostante ci sia chi nel breve preveda un rimbalzo che potrà essere anche corposo.
“Il momento è molto pericoloso – spiega Luca Noto, fund manager di Mps A.m. – stiamo riducendo le posizioni di rischio dove possiamo. Il repricing delle asset class che più avevano corso e il forte calo dell’equity sono segnali da prendere seriamente anche se i sottostanti economici sono ancora buoni. Comprare equity ora è abbastanza rischioso”.
Gli fa eco Giorgio Radaelli, strategist di Banca Bsi: “C’è in atto un’avversione al rischio e la situazione è relativamente preoccupante. E’ probabile che la correzione non sia ancora finita, noi attualmente siamo sottopesati sull’equity, e le condizioni per rientrare ci saranno solo con un calo dei prezzi di almeno il 5% e un non peggioramento dei fondamentali. E’ il caso di ridurre anche se è un po’ tardi. Se si è molto lunghi adesso andrei comunque a benchmark”.
Un parziale conforto viene dall’analisi grafica. Chiara Locati, analista di Twice Sim non esclude infatti un rimbalzo: “L’S&P/Mib ha testato il supporto a 39300 punti, se riesce a tenerlo – spiega – non è da escludere un rimbalzo tra i 40500 e i 41500 punti che potrebbe essere anche vivace, per poi aprire la strada a una probabile nuova puntata verso il basso con target di arrivo a 38mila punti. Con l’aumento della volatilità, così come il ribasso è avvenuto velocemente, altrettanto potrebbe esserlo il rialzo. Il mercato in questi anni è salito tanto, una correzione potrebbe essere protratta, mi aspetto instabilità”.
Il repricing del credito e la fine del denaro facile potrebbero dunque indebolire ulteriormente i listini. L’economia reale finora non ha dato segni di cedimento (per il Pil Usa in uscita oggi è previsto un +3,2%), ma rischi esistono anche su questo fronte. “Il rischio contagio – spiega Radaelli – esiste e si potrebbe assistere a un effetto ricchezza sui consumatori, come quello che, stando alla stampa statunitense, cominciano a segnalare le case automobilistiche”. Oltre che i consumi il passo successivo delle crisi immobiliari e del credito potrebbe vedersi nei bilanci delle aziende. “Si rischia il rallentamento dei risultati finanziari – spiega Noto – a causa dell’iscrizione di perdite finanziarie nei libri societari.