Notizie Notizie Mondo Gli analisti avvertono: c’è il rischio di una correzione seria

Gli analisti avvertono: c’è il rischio di una correzione seria

27 Luglio 2007 09:38

Le borse mondiali non usciranno in tempi rapidi dalla fase orso di questi giorni. Ne sono convinti gli analisti contattati questa mattina da Finanza.com. La visione generale è che questa volta ci si trovi di fronte a qualcosa di più di una salutare correzione. E questo nonostante ci sia chi nel breve preveda un rimbalzo che potrà essere anche corposo.


 


“Il momento è molto pericoloso – spiega Luca Noto, fund manager di Mps A.m. – stiamo riducendo le posizioni di rischio dove possiamo. Il repricing delle asset class che più avevano corso e il forte calo dell’equity sono segnali da prendere seriamente anche se i sottostanti economici sono ancora buoni. Comprare equity ora è abbastanza rischioso”.


 


Gli fa eco Giorgio Radaelli, strategist di Banca Bsi: “C’è in atto un’avversione al rischio e la situazione è relativamente preoccupante. E’ probabile che la correzione non sia ancora finita, noi attualmente siamo sottopesati sull’equity, e le condizioni per rientrare ci saranno solo con un calo dei prezzi di almeno il 5% e un non peggioramento dei fondamentali. E’ il caso di ridurre anche se è un po’ tardi. Se si è molto lunghi adesso andrei comunque a benchmark”.


 


Un parziale conforto viene dall’analisi grafica. Chiara Locati, analista di Twice Sim non esclude infatti un rimbalzo: “L’S&P/Mib ha testato il supporto a 39300 punti, se riesce a tenerlo – spiega – non è da escludere un rimbalzo tra i 40500 e i 41500 punti che potrebbe essere anche vivace, per poi aprire la strada a una probabile nuova puntata verso il basso con target di arrivo a 38mila punti. Con l’aumento della volatilità, così come il ribasso è avvenuto velocemente, altrettanto potrebbe esserlo il rialzo. Il mercato in questi anni è salito tanto, una correzione potrebbe essere protratta, mi aspetto instabilità”.


 


Il repricing del credito e la fine del denaro facile potrebbero dunque indebolire ulteriormente i listini. L’economia reale finora non ha dato segni di cedimento (per il Pil Usa in uscita oggi è previsto un +3,2%), ma rischi esistono anche su questo fronte. “Il rischio contagio – spiega Radaelli – esiste e si potrebbe assistere a un effetto ricchezza sui consumatori, come quello che, stando alla stampa statunitense, cominciano a segnalare le case automobilistiche”. Oltre che i consumi il passo successivo delle crisi immobiliari e del credito potrebbe vedersi nei bilanci delle aziende. “Si rischia il rallentamento dei risultati finanziari  – spiega Noto – a causa dell’iscrizione di perdite finanziarie nei libri societari.