Notizie Notizie Italia La giustizia dichiara il fallimento di Ricucci

La giustizia dichiara il fallimento di Ricucci

22 Gennaio 2007 09:11

La scalata di Stefano Ricucci nel mondo dorato della finanza italiana è finita. Un’avventura finita nel peggiore dei modi con il crac della Magiste international, capofila delle società dell’immobiliarista romano. La decisione del tribunale di Roma è giunta dopo il mancato rientro nella disponibilità del commissario dei 91 milioni di euro sequestrati all’inizio delle indagini dalla procura di Milano come prova dei reati commessi durante la scalata ad Antonveneta. Soldi che, nelle intenzioni degli avvocati di Magiste sarebbero dovuti servire a sostenere l’ipotesi di concordato preventivo approvata nei mesi scorsi dallo stesso Tribunale di Roma. Ogni speranza è però caduta dopo che la richiesta di dissequestro, avanzata dai legali di Ricucci, è stata respinta lo scorso dicembre dal gip di Milano, Clementina Forleo.


Stefano Ricucci, l’imprenditore di immobili con un passato da dentista nato a ridosso dei Castelli Romani 44 anni fa, è balzato agli onori della cronaca nella rovente estate del 2005. La “sua” Magiste, società ribattezzata cassaforte del gruppo, ha sfiorato il trionfo entrando nel salotto buono d’Italia, quello di Rcs Mediagroup arrivando a possedere il 10%. Ricucci, però, si è già spinto oltre gettando lo sguardo al mondo delle banche. Dopo aver acquistato quote di Capitalia e Bnl trae beneficio dalla dismissione di quest’ultime portando a casa ingenti plusvalenze. Ma un’altra preda diventa appetitosa: Bnl. Un’operazione non facile che richiede l’entrata in campo di Gianni Consorte dell’Unipol. Mesi in cui Ricucci tesse i suoi rapporti anche con Emilio Gnutti e Gianpiero Fiorani. Quest’ ultimo con l’appoggio dell’ex governatore di Bankitalia, Antonio Fazio, è in corsa per strappare agli olandesi della Abn-Ambro  Antonveneta.


Intanto i numeri dell’imprenditore di Roma continuano a moltiplicarsi senza però che i conti tornino. In pratica, il patrimonio dichiarato è inferiore a quanto è documentato. Gli avvenimenti successivi, dai sequestri di azioni ai soggiorni in carcere, spiegheranno ciò che sta accadendo.
Un primo vero scossone per l’intera vicenda arriva quando i magistrati di Milano decidono, sulla base di un esposto di Abn-Ambro, di occuparsi del caso. Indagini a tappeto e i risultati che non tardano ad arrivare. Il 2 agosto il gip di Milano Clementina Forleo blocca tutto e sequestra le azioni con cui Fiorani conquistare Antonveneta.


Dall’estate bollente del 2005 alla rovinosa caduta primaverile del 2006 il passo è stato breve. Anche Stefano Ricucci, dopo il gran tesoriere Gianpiero Fiorani ora agli arresti domiciliari, finisce in manette. Dall’aggiotaggio alla rilevazione di segreti di ufficio, nell’ambito dell’inchiesta sulla tentata scalata alla Rcs sono solo alcune della accuse mosse a suo carico. Ma non solo. L’ordine di arresto è stato motivato principalmente dal tentativo di realizzare operazioni illecite in merito al collocamento del pacchetto della società editoriale in cambio dell’ex Lodi. Giovanni Consorte, ex capo del gruppo assicurativo bolognese è stato messo alla porta.
Insomma, la fine della Magiste è il nuovo capitolo nell’intricata telenovela della finanza italiana, fatta di scalate e tanti soldi.