Giornata pazza per lo spread, Borsa Italiana chiude in calo con crolli FCA e STM
Ennesima seduta al cardiopalma per Piazza Affari che alla fine chiude con un movimento abbastanza modesto al ribasso (-1,27% a 15.120 punti per il Ftse Mib) dopo un continuo saliscendi dettato anche dall’umore dello spread.
Dopo l’ondata di vendite della mattinata, con il tasso del decennale italiano schizzato in area 3%, i rendimenti hanno fatto marcia indietro chidendo sotto il 2,5%. Stesso discorso per lo spread che ha chiuso in area 270 addirittura in calo del 5% rispetto a ieri, mentre in giornata si era spinto fino a 330 pb, sui top dal lontano 2013. Lo spread si è raffreddato anche grazie ai rumor secondo cui Bankitalia starebbe acquistando i bond italiani per conto della Bce.
A far scattare le vendite era stato il sell-off globale sui bond sui timori di un’esplosione generale dei debiti pubblici per contrastare l’emergenza Covid-19, ma soprattutto le parole del membro Bce e governatore della banca centrale austriaca, Robert Holzmann, che ha detto che la politica monetaria della Bce ha raggiunto il suo limite.
Intanto indiscrezioni stampa vedono il governo Conte pronto a estendere lockdown Italia oltre il 3 aprile. Ipotesi confermata dalla ministra De Micheli: “non lo escludo, valuteremo sulla base dei numeri”.
Bene Enel e Telecom
Tra le big di Piazza Affari scatto in avanti del 2,97% per Enel, il titolo di maggior peso di tutto il listino. Male ENI (-2,51%) che ha comunque contenuto le perdite davanti al crollo verticale del petrolio (WTI fino a -15% sui minimi a 18 anni). Tra i titoli in rialzo spicca invece Telecom Italia (+9,94% a 0,359 euro) che già ieri era balzata di oltre l’11% in scia al rally del settore dopo i conti 2019 oltre le attese della francese Iliad.
Maglia nera di giornata a STM (-13,77%), seguita a ruota da CNH (-13,3%).
FCA trafitta dalle vendite, in Borsa ora vale meno di 10 miliardi
Calo di oltre il 10% per FCA a 6,11 euro. Il titolo del colosso auto italo-statunitense è stato a lungo sospeso oggi per eccesso di ribasso sul prezzo di controllo. Nell’ultimo mese le quotazioni di FCA si sono dimezzate e la capitalizzazione con il calo di oggi è scivolata sotto il muro dei 10 miliardi di euro.
Pesano le forti ricadute che deriveranno dall’emergenza coronavirus. Dopo lo stop deciso alla produzione per due settimane in Italia, Serbia e Polonia, le previsioni sono di uno shock della domanda in Europa a partire da marzo e per tutti i mesi che si estenderà l’emergenza nei maggiori paesi UE.
Adesso si guarda anche a quello che succederà negli Usa. La United Auto Workers, il maggiore sindacato auto degli Usa, aveva chiesto la chiusura degli impianti per due settimane, poi i tre colossi di Detroit (GM, FCA e Ford) si sono accordati con lo stesso sindacato per una chiusura a rotazione delle fabbriche e nuove restrizioni per salvaguardare la salute dei lavoratori.