Giappone: yield target non basterà per far lievitare l’inflazione, servono tassi ancora più negativi
Le novità annunciate oggi dalla Bank of Japan difficilmente faranno la differenza nel percorso volto a riportare l’inflazione al livello target del 2%. I primi commenti alla mossa a sorpresa dell’istituto centrale nipponico di indicare un target per il rendimento del bond decennale sono improntati alla prudenza sui reali impatti economici e rimangono altre le pressioni per future azioni espansive, a partire da un ulteriore revisione al ribasso del livello dei tassi di interesse attualmente pari a -0,10%.
Secondo Keith Wade, Chief Economist & Strategist di Schroders, in termini di impatto economico è difficile che le misure adottate dalla BoJ possano fare molta differenza. “L’impegno a superare il target sull’inflazione è positivo – argomenta Wade – ma affinché si concretizzi è necessario che l’opinione pubblica creda che la BoJ possa realisticamente far salire l’inflazione, cosa che finora non è riuscita a fare. Ciò non vuol dire che fallirà, ma solo che saranno necessarie ulteriori misure e, a nostro avviso, queste potrebbero arrivare sotto forma di un taglio dei tassi al prossimo incontro della BoJ”. La BoJ tornerà a riunirsi il prossimo 1 novembre.
La BOJ ha lasciato il programma di acquisto di titoli di stato a quota 80 trilioni di yen. Il governatore della Bank of Japan, Haruhiko Kuroda, ha rimarcato che “in futuro gli acquisti di titoli di Stato potrebbero salire o scendere”, discostandosi quindi dal target di acquisti di bond per 80 mila miliardi di yen annui. “Così facendo la BoJ ha ufficializzato come una politica di tassi troppo bassi o negativi possa compromettere la salute del sistema finanziario, un settore strategico per il rilancio dell’economia – rimarca Vincenzo Longo, market startegist di IG – . L’esperienza della Bce ha convinto Kuroda a difendere banche, assicurazioni e fondi pensione (che in Giappone sono i più grandi del mondo) da una politica di tassi bassi”.
“Gli 80 trilioni di Yen saranno utilizzati in maniera discrezionale modulando sia l’entità dell’acquisto specifico che il tatto di curva da “colpire” di volta in volta – evidenzia Alfonso Maglio, portfolio manager di Marzotto Sim – . Tutto questo si tradurrà probabilmente in uno steepening (irripidimento) della curva a tutto vantaggio di banche e fondi pensione la cui redditività è fortemente legata ai titoli di stato ed al mercato monetario”.
Non sono state modificate le quantità previste, ma è stato rimosso il paletto della maturity media (prima tra 7 e 12 anni),” mossa necessaria al fine di poter agire su eventuali incrementi delle quantità acquistate durante i prossimi mesi”, rimarca Matteo Paganini, chief analyst FXCM.
Target zero per il bond decennale
L’istituto guidato da Haruhiko Kuroda ha indicato di fatto un rendimento “desiderato” per il bond decennale. Procederà ad acquisti in modo che il rendimento del JGB decennale rimanga più o meno al livello attuale (circa zero per cento). “Riguardo alla quantità di JGBs da acquistare – rimarca la nota della BoJ – la banca effettuerà acquisti più o meno in linea con il ritmo attuale (incremento annuo della base monetaria di 80 mila mld di yen) con l’obiettivo di raggiungere il target di inflazione”.
La Bank of Japan si è inoltre impegnata a “superare” il target del 2% continuando gli acquisti di bond fino a quando l’inflazione non si stabilizzarà al 2% circa.