Notizie Notizie Mondo Giappone: valutazioni a sconto per il Topix. Consumi di base e industriali trainano il listino

Giappone: valutazioni a sconto per il Topix. Consumi di base e industriali trainano il listino

20 Giugno 2016 06:50
 
 
Dopo quattro anni consecutivi di performance molto solide, il mercato azionario giapponese, da inizio anno, ha subito una correzione pari al 9,9% in valuta locale (dati aggiornati al 31 maggio) per l’indice Topix, che si traduce in un -2,3% rettificato per il cambio in dollari. Quest’ultimo dato rispecchia l’apprezzamento dello yen nel confronti del biglietto verde e, sebbene il mercato non dovrebbe essere così fortemente correlato al tasso di cambio da un punto di vista dei fondamentali, ciò si è verificato lo stesso e ha reso molto sfidante il lavoro dei gestori in un contesto dominato da ampie oscillazioni valutarie. Ma che cosa aspettarsi ora dal mercato nipponico? “Ci attendiamo una crescita intorno al 5% per il 2016 e riteniamo di essere più o meno a metà del ciclo d’investimento, che di solito dura tra i sei e i sette anni“, risponde Reiko Mito, responsabile delle strategie azionarie per il Giappone di GAM. Che aggiunge: “Siamo fiduciosi del fatto che un approccio attivo e bottom-up nel processo di selezione dei titoli debba aggiungere valore in un contesto in cui i prezzi azionari sono decisamente a sconto se raffrontati con i fondamentali“.
Aumento dei salari
Secondo Mito, a livello macro il mercato del lavoro nipponico si è molto ristretto, fattore che dovrebbe portare a un aumento dei salari e a un miglioramento nei consumi. Nel frattempo, la crescita degli investimenti è rimasta solida e in linea con l’aspettativa di fine marzo di un +8% su base annua. Secondo il gestore, tra le altre buone notizie c’è anche lo slittamento di circa due anni (da aprile 2016 a ottobre 2019) da parte del governo dell’applicazione del programmato rialzo dall’8% al 10% nella tassazione sui consumi, fattore che dovrebbe quindi sostenerli, dato che i consumatori giapponesi sono molto più sensibili al rialzo di tale tassa rispetto, per esempio, ai consumatori europei.
Un buon punto di ingresso
Per quanto riguarda il fronte societario, la profittabilità – secondo GAM – è a livelli record. L’EBIT margin aggregato per le società nipponiche è all’8,3%, livello superiore, per la prima volta dopo molti anni, alle società europee, che si attestano all’8%. “Riteniamo che dati così robusti non siano ancora prezzati dal mercato azionario, che tratta a un rapporto prezzi/utili al 2017 di 12,5 volte, livello molto più basso rispetto al 14,5 del 2015”, dice Mito. “Dal nostro punto di vista – aggiunge il gestore – un alto livello di convenienza rispetto a un mercato fiacco rappresenta un grosso potenziale di rialzo. Alcuni dati economici stanno toccando il fondo, come per esempio la produzione industriale, elemento che rappresenta un buon punto d’ingresso sul mercato“. Secondo il gestore, prendendo in considerazione il processo di ribilanciamento dell’economia, sarebbero favoriti i settori dei consumi di base e industriali, rispetto ai settori finanziario e dei consumi voluttuari.
Una stagione di M&A
Un altro elemento metterebbe in risalto il potenziale del mercato giapponese. “Molte aziende stanno ponendo grande attenzione alla corporate governance, all’uso della liquidità nei loro bilanci e al miglioramento del roe”, spiega Mito. Alla base di questo interesse vi sarebbe il nuovo codice di corporate governance governativo, entrato in vigore lo scorso aprile, che ha già prodotto un incremento delle attività di M&A, cresciute del 70% su base annua nel 2015. “Anche se non ci aspettiamo una crescita di tale portata per l’anno in corso, si tratta comunque di un trend che andrà avanti”, è il commento di Mito. Fattori di supporto per operazioni di M&A derivano anche dal passaggio dall’utilizzo dei principi contabili generalmente accettati in Giappone (Japan-GAAP) a quelli dell’IFRS (International Financial Reporting Standards), che rendono il trattamento dell’avviamento nei bilanci societari più favorevoli per le aziende. “Anche i tassi di pay-out dei dividendi e i programmi di buyback stanno aumentando, visto che le società devono utilizzare la liquidità che generano“, conclude Mito.