Notizie Notizie Mondo Giappone: si rimette in moto l’economia del Sol Levante, ma non basta per scalzare la Cina

Giappone: si rimette in moto l’economia del Sol Levante, ma non basta per scalzare la Cina

14 Febbraio 2011 07:47

Giappone ancora alle spalle della Cina. Su base annua il Pil giapponese è diminuito dell’1,1% da un trimestre all’altro. I consumi delle famiglie sono calati. E’ stato questo uno dei principali fattori negativi che ha inciso sulla crescita del paese asiatico tra ottobre e dicembre. Le autorità hanno, infatti, cessato di sovvenzionare, in settembre, l’acquisto di veicoli verdi e hanno ridotto dallo scorso dicembre, l’ammontare degli sconti per l’acquisto di televisori, frigoriferi e condizionatori d’aria che consumano poca energia. Fattore di sostegno per l’attività finora, le esportazioni sono diminuite a loro volta, anche ostacolate dallo yen in crescita, che ha flirtato dall’estate del 2010 con il livello più alto negli ultimi quindici anni contro il dollaro e da nove anni nei confronti dell’euro.


In tutto il 2010, tuttavia, il Pil del Giappone ha dato segni di risveglio: è cresciuto del 3,9%, trainato dalle vendite verso i paesi emergenti, compresa la Cina, e sostenuto per gran parte dell’anno da contributi pubblici attenuati questo autunno. In termini nominali, è risultato pari a 5.474,2 miliardi di dollari, secondo le statistiche pubblicate a Tokyo. Ma non è abbastanza. Il governo giapponese ha precisato che il Pil della Cina ha raggiunto dal suo canto l’equivalente di 5.878.6 miliardi di dollari. I risultati del Pil giapponese ufficializzano quello che già si sapeva da tempo. Il confronto dei numeri stabilisce che la Cina (+10,3% il Pil dello scorso anno) nel corso del 2010 è diventata la seconda potenza economica mondiale, scavalcando proprio il Giappone. Al primo posto restano gli Stati Uniti.
 
L’economia cinese ha superato i suoi vicini nel 2010 ed è diventata così la seconda più grande del mondo, dietro gli Stati Uniti. Un posto che è stato occupato dall’economia giapponese fin dal 1968. La Cina ha da anni un tasso di crescita vicino o superiore al 10%, ma il suo aumento del Pil nel 2010 è stato del 10,3%. Pesantemente colpita dalla recessione globale nel 2008 e 2009, l’economia del Giappone si è ripresa solo l’anno scorso, la crescita ha raggiunto il 3,9. Questo risultato non permette a Tokyo di mantenere la sua seconda posizione di fronte alla rapida ascesa della Cina. Basta guardare due numeri per capire la portata dell’ascesa dell’Impero di Mezzo. Le esportazioni cinesi sono salite del 37,7% rispetto all’anno precedente, mentre le importazioni sono balzate del 51% sopra i livelli di un anno prima. Lo ha riportato oggi la Tv di Stato Cctv, citando i dati delle Dogane. “Come nazione vicina, accogliamo con favore la rapida crescita dell’economia cinese”, ha osservato Kaoru Yosano, ministro giapponese delegato per la Politica economica e fiscale. “Questa risultato è stato possibile grazie allo sviluppo strutturale dell’economia regionale, vale a dire, l’Asia orientale e il Sud-est asiatico”, ha aggiunto, sottolineando di voler “migliorare i rapporti amichevoli tra le economie del Giappone e della Cina”.


Naoki Murakami, economista del Securities Monex, ha stimato che la crescita giapponese dovrebbe “riprendere la strada della ripresa” dal primo trimestre del 2011, evitando di cadere in recessione, grazie all’aumento della domanda dall’estero compresi gli Stati Uniti. L’economia dell’arcipelago potrebbe beneficiare anche dell’effetto delle misure di stimolo per quasi 6.000 miliardi di yen (53,5 miliardi di euro) adottate alla fine del 2010 dalla maggioranza di centro-sinistra per la lotta contro la deflazione . “Il settore manifatturiero si sta riprendendo dal tonfo dell’ottobre 2010 e i consumi privati, che erano atoni, stanno facendo meglio dal dicembre scorso”, ha detto Murakami. Secondo questo economista, l’attività in Giappone, tuttavia, continua a dipendere dagli ordini esteri: il ribasso dei prezzi interni, ininterrotto da quasi due anni, frena le spese delle famiglie e gli investimenti delle imprese. Sull’affievolirsi delle tensioni in Egitto ha spinto al rialzo la Borsa di Tokyo, dove l’indice Nikkei ha guadagnato l’1,13%, valicando la barra dei 10.700 punti, per portarsi a 10.725,54 punti, nuovo massimo dal maggio 2010. La buona tendenza delle altre piazze asiatiche ha fatto il resto. Il più ampio indice Topix è salito dell’1,33% a 959,19 punti.