Il Giappone dice no all’austerity, finanziaria record per spingere la crescita
Chiusura ai massimi da 33 mesi per la Borsa di Tokyo dopo l’approvazione da parte del governo giapponese di un budget da 1000 miliardi di dollari (760 miliardi di euro) che si aggiunge al pacchetto di stimolo fiscale già in programma. L’indice Nikkei è volato a +2,28% a 11.113,95 punti mentre il Topix ha guadagnato l’1,51% a 934,67 punti.
A iniettare tanta fiducia sui mercati giapponesi è l’approvazione da parte del governo di Shinzo Abe di un budget da record: oltre 96 mila miliardi di yen di spesa ordinaria prevista, una presa di posizione coraggiosa contro l’austerità che sceglie di dare priorità alla crescita piuttosto che al risanamento del debito pubblico.
In questa ottica si collocano anche gli sgravi fiscali annui da 270 miliardi di yen (3 miliardi di dollari) destinati alle imprese. Crescono inoltre del 15,6% le risorse destinate ai lavori pubblici, che vanno ad aggiungersi a quelle già stanziate per la ricostruzione delle zone colpite dallo tsunami del 2011.
Nel contempo fa discutere l’aumento dello 0,8%, simbolico ma significativo, del budget destinato alla difesa. Si tratta del primo aumento del genere da 11 anni, e andrà a sostenere la difesa delle isole Senkaku dalle mire della Cina.
Nel contempo fa discutere l’aumento dello 0,8%, simbolico ma significativo, del budget destinato alla difesa. Si tratta del primo aumento del genere da 11 anni, e andrà a sostenere la difesa delle isole Senkaku dalle mire della Cina.
Da questo bilancio il governo giapponese si aspetta una inversione di tendenza che inneschi la crescita nel Paese. Le stime sul Pil sono state riviste dall’amministrazione di Shinzo Abe al 2,5% nel 2013: una stima più ottimistica rispetto al +1,7% previsto in agosto. Se la previsione fosse rispettata, per la prima volta in quattro anni le entrate fiscali potrebbero superare le emissioni di debito; segnale che preluderebbe ad un effettivo miglioramento dell’economia. Le entrate fiscali, secondo le stime ufficiali, ammonterebbero così a 43.100 miliardi di yen (474 milioni di dollari), mentre poco meno (42.850 miliardi) dovrebbe entrare nelle casse dello Stato tramite l’emissione di bond.