Germania: addio definitivo al nucleare entro il 2022. Su di giri le rinnovabili in Borsa
L’ufficializzazione è arrivata: la Germania rinuncia all’energia atomica. Battendo sul tempo gli altri Paesi industriali Berlino ha annunciato che chiuderà tutti i suoi impianti nucleari entro il 2022. La decisione “irreversibile e definitiva” è stata comunicata dal ministro dell’Ambiente, Norbert Roettgen, al termine di una riunione fiume conclusa a notte fonda tra i leader della coalizione e il cancelliere, Angela Merkel. La mossa di rivedere il ruolo del Paese sul fronte nucleare e la conseguente decisione di chiudere tutti i reattori sono state prese dopo la tragedia di Fukushima in scia al terremoto e lo tsunami che hanno colpito il Giappone lo scorso 11 marzo.
La Germania possiede in totale 17 centrali nucleari sparse lungo il territorio. Sette sono state già bloccate temporaneamente subito dopo il disastro di Fukushima per verifiche sulla sicurezza. “Gli otto impianti più vecchi sono stati fermati in maniera preventiva nel mese di marzo e non verranno più rimessi in funzione – ha sottolineato Roettgen -. Altri sei subiranno lo stop entro il 2021 e gli ultimi tre, quelli più moderni, entro l’anno dopo”.
E’ una decisione totalmente politica. Così Anne Lauvergeon, presidente di Areva, ha bollato l’annuncio dell’abbandono del nucleare da parte della Germania. “È una decisione completamente politica. Non c’è stato nessun referendum, né appello all’opinione pubblica, anche se i sondaggi non trascurano l’emozione dei tedeschi su questo fronte”, ha sottolineato Lauvergeon a Bfm Radio. Il numero uno del colosso Areva ha aggiunto che si attendeva una “reazione specifica e precisa da parte della Germania” dopo la catastrofe di Fukushima in marzo.
Interrogata poi sul carattere “irreversibile” di questa mossa, Lauvergeon ha dichiarato che “da qui al 2022 possono accadere molte cose”. Nel corso dell’intervista ha spostato il focus sull’incertezza giuridica, dopo che il numero due tedesco dell’energia Rwe ha presentato una denuncia contro la chiusura forzata di uno dei suoi reattori nucleari nel Paese.
E intanto il tema nucleare tiene banco anche in altri Paesi. La decisione del consiglio federale svizzero di abbandonare gradualmente il nucleare piace agli elvetici. Lo dimostra un sondaggio dell’istituto Isopublic pubblicato da “SonntagsZeitung”, secondo cui circa l’80% della popolazione approva l’uscita dal nucleare da parte della Svizzera entro il 2034.
Una decisione che in Borsa è stata accolta in maniera discordante. Immediata la reazione dei titoli Rwe ed E.On che cedono rispettivamente il 2,3% e il 2%. Si muovono in forte progresso, invece, le energie rinnovabili. Rally di Q-Cells che a Francoforte guadagna oltre il 6%. Tonica anche Vestas Wind che sulla Piazza di Copenhagen sale di quasi 3 punti percentuali. A Piazza Affari in luce Enel Green Power. L’azione è schizzata in testa al Ftse Mib, con un rialzo del 2,4%.