Genomica e l’innovazione dirompente che ammalia in Borsa: 5 titoli biotech pronti a stupire
L’innovazione entra in maniera sempre più dirompente nel settore sanitario con la genomica sempre più sotto i riflettori. Il termine disruptive innovation, o innovazione dirompente, è sempre più di moda con l’aumento delle società che provocano cambiamenti dirompenti sul mercato, mettendo in difficoltà gli operatori consolidati e il loro ecosistema, fino a produrre nel tempo cambiamenti radicali.
Christophe Eggmann, gestore del settore Healthcare & Biotech di GAM Investments, ha fatto il punto sulle prospettive di questo settore rimarcando come le persone tendono a concentrarsi prevalentemente sul settore tecnologico poiché presenta un elenco infinito di esempi di questo tipo. “Tuttavia, gli effetti dirompenti dell’innovazione iniziano a farsi sentire sempre più frequentemente anche in campo sanitario – argomenta Eggmann – cambiando completamente il modo di creare valore in questo settore. Crediamo che gli investitori, che saranno in grado di identificare le tendenze e gli operatori capaci di affrontare questi sconvolgimenti e di approfittarne per primi, ne godranno i vantaggi.
La terapia genica e il rischio di restare indietro
I progressi della genomica probabilmente continueranno a produrre effetti dirompenti sul settore sanitario. Grazie a una ricerca approfondita, negli ultimi 20 anni abbiamo imparato a conoscere meglio le cause genetiche sottostanti di una malattia. Eppure non è ancora stato trovato rimedio a oltre 7.000 malattie genetiche, di cui solo il 5% è trattabile attualmente. La terapia genica promette di dare una soluzione a un numero molto elevato di malattie rare: ben 7000 con circa 40 milioni di pazienti potenzialmente affetti da una rara malattia di origine genetica; Quasi 60 milioni di persone negli Stati Uniti e nell’Unione Europea hanno una malattia rara e più del 70% sono di origine genetica.
L’approfondimento dell’esperto di GAM rimarca come le tecnologie per la terapia genica rappresentano una modalità di trattamento con effetti trasformativi per tutta una serie di malattie monogeniche (tra cui, per esempio, la fibrosi cistica). Negli ultimi anni abbiamo assistito a rapidi progressi e ora, con le nuove modalità di trattamento, siamo vicini a una rivoluzione del mercato. Accedendo a un vasto mercato di malattie rare, con la promessa di offrire un trattamento una tantum come cura di una malattia anziché limitarsi ad alleviarne i sintomi, si possono migliorare le vite di oltre 40 milioni di persone. E la tecnologia per trasformare questo sogno in realtà già esiste. La terapia genica verosimilmente sostituirà i trattamenti cronici esistenti. Questo ha attirato l’interesse delle grandi aziende farmaceutiche.
M&A sarà sempre più protagonista
Pfizer, Novartis, Roche e Biogen hanno fatto acquisizioni in questo settore. La terapia genica non è a buon mercato: costa oltre 1 milione di dollari per trattamento ma il suo prezzo di vendita non è nulla al confronto dei costi che deve sostenere a vita un paziente che riceve una terapia cronica, stimati in 20 milioni di dollari. Nei prossimi tre/sette anni, reputiamo che i paradigmi di trattamento potrebbero cambiare in modo radicale grazie alla terapia genica. E le aziende che staranno a guardare rischiano di restare indietro. Noi crediamo che le piccole aziende che oggi dispongono della tecnologia per la terapia genica prima o poi saranno acquisite per gli effetti dirompenti che avrà tale innovazione. UniQure, RegenxBio, Bluebird, Biomarin e Sarepta sono solo alcune di queste società biotech di piccole e medie dimensioni che, secondo noi, verranno molto probabilmente assorbite nei prossimi anni.
Prospettive interessanti. “Si vanno profilando cambiamenti strutturali dirompenti da parte dei nuovi operatori non tradizionali del settore – rimarca Eggmann – che hanno molto da guadagnare in un campo redditizio e con margini elevati come quello sanitario. In questo ambito, il ritmo delle innovazioni scientifiche con effetti dirompenti, che si tratti di terapie geniche o di farmaci mirati, sembra in accelerazione. A nostro giudizio, siamo all’inizio di un’era in cui gli investitori avranno l’opportunità di sfruttare tali forze dirompenti e di generare valore da una crescita esponenziale come mai prima d’ora. Occorre dunque essere tra i primi a scendere in campo, con la capacità di identificare vincitori e vinti”.