Generali: per Vincent Bolloré la scalata a Mediobanca è un percorso con troppi ostacoli
I rumors di una salita di Vincent Bolloré in Mediobanca, rampa di lancio per tentare la conquista delle Generali, sembrano appartenere alla sfera della fantafinanza di metà agosto. Le possibilità, sulla carta, ci sarebbero eccome ma il progetto del finanziare bretone troverebbe sulla sua strada una serie di ostacoli non facili da superare. In ultimo il placet di Matteo Renzi, con il Governo che non ha certo apprezzato le ultime mosse di Vivendi su Telecom Italia e, negli ultimi giorni, su Mediaset, con il dietrofront sulla pay-tv Mediaset Premium.
Le indiscrezioni della stampa nazionale parlano di un Bolloré che starebbe puntando decisamente in alto: il Leone di Trieste passando per piazzetta Cuccia. Il finanziere francese, che detiene già il 7,9% della banca d’affari milabese, punterebbe a salire ad oltre il 20% in modo da poter controllare Generali. Sul mercato Bolloré potrebbe trovare i pacchetti azionari di Mediobanca detenuti al momento da Unicredit (8%) e da Mediolanum.
Su Unicredit iniziano già i primi dubbi. La banca di piazza Gae Aulenti ha in bilancio la partecipazione a circa 9,7 euro per azione, un valore decisamente superiore rispetto ai prezzi attuali del titolo Mediobanca (6,3 euro). In sostanza una cessione in questo momento si tradurrebbe per Unicredit in una significativa minusvalenza, che la banca non potrebbe permettersi in questo momento.
Inoltre a placare le velleità di una scalata a Mediobanca entrano in gioco anche i paletti normativi. In primo luogo il Testo Unico Bancario non consentirebbe a Bolloré di spingersi oltre il 10% di piazzetta Cuccia, in secondo luogo dovrebbe avere il placet della Banca d’Italia e di Palazzo Chigi, quest’ultimo certamente non entusiasta delle ultime mosse dei francesi nella finanza italiana.