Generali: la debacle in Borsa e la sfiducia a Perissinotto, è arrivata la svolta per il titolo?
Meno 29% da inizio anno, meno 43% da giugno 2011, meno 73% negli ultimi cinque anni, meno 63% dal 2002. Sono questi i numeri che certificano la debacle borsistica di Generali, che oggi quota a Piazza Affari in area 8,50 euro. Numeri che hanno spinto Mediobanca, che di fatto controlla il Leone con una quota del 13,4%, e molti soci forti del gruppo a sfiduciare Giovanni Perissinotto. La performance del titolo della compagnia triestina è molto legata al rischio Paese, visto che Generali detiene in portafoglio circa 50 miliardi di euro di titoli di Stato italiani.
Nella lettera infuocata inviata ai consiglieri, Perissinotto ha rimarcato che l’andamento del titolo “non è il risultato di errori di gestione, ma è direttamente legato alla percezione dei mercati della nostra storica e significativa esposizione verso l’Italia e al fatto che siamo stati e rimaniamo leali sostenitori del debito sovrano del Governo italiano”. D’altronde una smobilitazione massiccia dai Btp, avrebbe da una parte causato perdite significative nel bilancio di Generali e dall’altra sarebbe stata vista in maniera pessima dal mercato.
Adesso la palla passa nelle mani di Mario Greco, che questa mattina ha lasciato Zurich “per tornare in Italia ed assumere l’incarico di amministratore delegato di Generali”. Ma gli analisti cosa ne pensano di questo cambio improvviso, praticamente quando mancava meno di un anno alla scadenza naturale del mandato di Perissinotto?
Questa mattina Intermonte ha alzato la raccomandazione sulla compagnia assicurativa a outperform da neutral, confermando il target price a 11 euro. Secondo gli esperti, il nuovo Ceo si concentrerà sul rafforzamento patrimoniale e sul rilancio della profittabilità. Più cauto il commento di Banca Akros. “Nonostante la mossa potrebbe rappresentare un importante punto di svolta per la compagnia, è difficile ipotizzare le prossime mosse di Greco anche se il suo profilo suggerisce un focus sul contenimento dei costi e sulla riorganizzazione della struttura manageriale“. Secondo Akros, però, la crisi della zona euro continuerà a pesare sulla performance del titolo dopo una prevedibile euforia iniziale.
Gli analisti di Kepler vedono luci e ombre. Da una parte sostengono che il mercato dovrebbe apprezzare la nomina di Greco alla guida del Leone, dall’altra sottolineano la debolezza della governance a causa della dipendenza da Mediobanca. Più scettici gli esperti di Cheuvreux secondo cui il cambio al vertice non rappresenta una soluzione. Il broker francese spiega che il maggiore errore di Perissinotto è stato quello di non aver fatto una ricapitalizzazione quando le condizioni di mercato l’avrebbero permesso, anche se la scelta di non procedere all’aumento è stata del principale socio.