Generali: Algebris butta acqua sul fuoco, ma intanto spuntano amici italiani
Non prevedrà un investimento diretto pari a 6 miliardi di dollari come ipotizzato da alcuni quotidiani, ma la partita di Algebris su Generali potrebbe trovare nuovi partner anche sul suolo italiano.
Nella tarda serata di ieri il fondo hedge londinese, su richiesta della Consob, ha comunicato che il suo investimento massimo in strumenti finanziari di un medesimo emittente (e quindi eventualmente anche in Generali), non potrà essere superiore a 0,8 miliardi di dollari, ossia al 40% del Nav (Net Asset Value), attualmente pari a 1,9 miliardi di dollari. E anche nel caso di integrale adesione alla raccolta di nuovi fondi in corso da parte del fondo, che porterebbe il Nav a 2,3 miliardi, il massimo investimento potrebbe salire a 0,9 miliardi, non di più.
Algebris, che detiene in Generali una quota dello 0,3% e opzioni per salire all’1% potrebbe comunque riuscire a coagulare intorno a sé altri fondi interessati a una modifica della governance della compagnia. Lo si è immaginato fin dai primi minuti successivi alla diffusione della lettera di polemica al management di Generali. La novità potrebbe però venire dall’Italia e da alcuni azionisti non appartenenti al mondo dei fondi. E’ quanto si apprende dal Corriere della Sera di oggi, dal quale si apprende che “non è escluso” che alcuni soci del Leone di Trieste abbiano già avuto incontri con il co-fondatore di Algebris, Davide Serra, citando in particolare De Agostini. Altri quotidiani riportano l’ipotesi che Algebris sia comunque intenzionato, con l’aiuto di alleati a salire al 2,5% della compagnia.
Intanto cresce l’attesa per il cda Generali del prossimo 31 ottobre, dove potrebbero venire affrontati per la prima volta i temi proposti dall’hedge fund. Già prima però qualcosa potrebbe muoversi e importanti potrebbero essere gli abboccamenti di questi giorni tra alcuni dei maggiori azionisti di Telco (per il rinnovo del management di Telecom Italia) presenti anche in Generali. Per il quotidiano La Repubblica domani si dovrebbero incontrare il presidente di Intesa Sanpaolo, Giovanni Bazoli, e il presidente del consiglio di sorveglianza di Mediobanca, Cesare Geronzi, e questa occasione potrebbe essere usata anche per parlare dei nuovi fantasmi che si aggirano attorno alla compagnia triestina.