Notizie Notizie Mondo Gas torna a infiammarsi, Putin passa dalle parole ai fatti e chiude forniture a Polonia e Bulgaria (che non hanno pagato in rubli). Farà lo stesso con Germania e Italia?

Gas torna a infiammarsi, Putin passa dalle parole ai fatti e chiude forniture a Polonia e Bulgaria (che non hanno pagato in rubli). Farà lo stesso con Germania e Italia?

27 Aprile 2022 09:00

La Russia alza il livello della guerra nella guerra, ossia quella del gas. Il gigante russo del gas Gazprom ha comunicato alla Polonia e alla Bulgaria che taglierà i flussi di gas verso i due paesi a partire da oggi. “Bulgargaz ha ricevuto una notifica che le forniture di gas naturale da Gazprom Export saranno sospese a partire dal 27 aprile”, ha detto il ministero dell’economia bulgaro ieri in una dichiarazione, spiegando che il paese ha pienamente adempiuto ai suoi obblighi e ha effettuato tutti i pagamenti richiesti dal suo attuale contratto “in modo tempestivo, rigoroso e in conformità con i suoi termini”. Stessa comunicazione da parte della società polacca PGNiG. “Gazprom ha informato PGNiG della sua intenzione di sospendere completamente le consegne nell’ambito del contratto Yamal … il 27 aprile”, recita una nota.

Si tratta della prima mossa concreta dopo che Mosca per settimane il Cremlino ha minacciato di chiudere i gasdotti se l’Europa non avesse pagato il gas in rubli. I paesi occidentali si sono rifiutati di farlo, dicendo che possono continuare a pagare in euro o dollari. Già nelle scorse settimane, comunque, i flussi attraverso Yamal e i gasdotti che attraversano l’Ucraina erano stati largamente inferiori ai livelli del 2021.

Un decreto ministeriale russo aveva introdotto da inizio mese l’obbligo per gli acquirenti di detenere due conti, uno in euro e l’altro in rubli, presso GazpromBank; anche se il pagamento può avvenire sul conto in euro, la transazione risulta completata soltanto dopo la transazione valutaria di conversione in rubli e di addebito del conto in rubli, gestita da GazpromBank. Tale meccanismo potrebbe implicare una violazione dei regolamenti comunitari sulle sanzioni.

I prezzi del gas sono aumentati del 17% in quanto la mossa di Mosca ha alimentato le preoccupazione che altri paesi potrebbero subire la stessa sorte. Nel 2021 l’UE nel suo complesso ha ricevuto circa il 40% delle sue forniture di gas dalla Russia. Germania e Italia sono i paesi più importanti ad avere una forte dipendenza energetica dal gas russo.

“Questa mossa della Russia e il rischio molto reale di un’ulteriore escalation suggeriscono che i prezzi del gas in Europa rimarranno ben supportati – commentano stamattina gli esperti di ING – . Ciò avrà ricadute su altri mercati del gas, in particolare il mercato asiatico. L’Europa dovrà competere sempre più con l’Asia per una fornitura flessibile di GNL, che manterrà i prezzi spot asiatici del GNL ben supportati.”

Polonia preparata a far a meno del gas russo 

La Polonia afferma di essere completamente preparata per un taglio di tutte le forniture energetiche e ha delineato piani per vivere senza il gas russo anche prima della guerra.  Il paese ha un contratto con Gazprom per 10,2 miliardi di metri cubi di fornitura annua. Il primo ministro Mateusz Morawiecki ha detto che gli impianti di stoccaggio del gas della Polonia sono pieni al 76% e che il paese è pronto a ottenere le forniture necessarie da fonti diverse dal gasdotto Yamal. La Polonia importa gas liquefatto attraverso un terminale sulla costa baltica e spera di ricevere gas dalla Norvegia attraverso il progetto Baltic Pipe, che dovrebbe essere completato entro la fine dell’anno e dovrebbe coprire circa il 50% del consumo della Polonia.

La Bulgaria ha affermato che al momento non sono previste misure restrittive ai consumi di gas. La Bulgaria è però quasi completamente dipendente dalla Russia per il suo consumo annuo di circa 3 miliardi di metri cubi di gas e ha pertanto intrapreso passi per accordi alternativi per le consegne di gas naturale e per far fronte alla situazione attuale.