Gas: stop forniture russe via Ucraina, cosa succede in Europa
Fonte immagine: Istock
Le quotazioni del gas naturale sono tornate sopra i 50 euro al megawattora per la prima volta da ottobre 2023. Sebbene ci si trovi ancora ben al di sotto dei picchi raggiunti nell’estate 2022, con un massimo di 345 €/Mwh, lo scenario desta qualche preoccupazione, non tanto nel brevissimo termine quanto in vista degli approvvigionamenti estivi per la prossima stagione invernale.
Stop forniture gas russo e temperature rigide in Europa
L’Europa ha iniziato il nuovo anno con uno scenario complesso sul fronte energetico: il transito del gas russo attraverso l’Ucraina è cessato il 1° gennaio, dopo la scadenza del contratto quinquennale tra i due paesi a fine 2024.
I trader si aspettavano la perdita dei flussi russi, ma ad aggravare la situazione hanno contribuito le temperature rigide nei paesi del nord Europa, come in Slovacchia, dove il termometro potrebbe raggiungere i 7 gradi sottozero.
La crescente domanda di riscaldamento ha contribuito a riportare i prezzi del gas sui livelli di oltre un anno fa. Da metà dicembre ad oggi i future sul gas naturale hanno guadagnato quasi il 25%.
UE: “Nessun rischio per approvvigionamenti gas”
Nonostante il blocco delle forniture russe tramite l’Ucraina, la Commissione Europea ha rassicurato che non ci sono rischi per la sicurezza degli approvvigionamenti in Europa centrale e orientale, garantiti da rotte alternative (attraverso Germania e Italia) e dal ricorso alle riserve di stoccaggio.
Tuttavia, le scorte nel Vecchio continente stanno già diminuendo al ritmo più rapido dal 2021, prima dello scoppio della guerra in Ucraina e dell’impennata dei prezzi del gas. Nel breve termine, le riserve dovrebbero essere sufficienti, ma l’attenzione è già proiettata all’estate, quando sarà necessario ripristinare gli stoccaggi in vista della prossima stagione invernale.
La situazione attuale delle forniture e l’opzione GNL
Dopo lo stop delle forniture tramite l’Ucraina, i flussi russi in Europa passano attraverso un solo condotto che attraversa la Turchia e porta il gas in Ungheria.
La maggior parte dei clienti della russa Gazprom in Europa centrale è riuscita a reperire forniture alternative. Una strada possibile è l’acquisto di maggiori quantità di gas naturale liquefatto (GNL), anche dalla stessa Russia. Quest’ultima, l’anno scorso, ha consegnato volumi record di GNL, diventando il più grande fornitore dopo gli Stati Uniti, che hanno recentemente avviato due nuovi impianti di esportazione.
Tuttavia, per le nazioni europee senza sbocchi sul mare, i costi di consegna, oltre a quelli per la rigassificazione e il transito, rendono il GNL un’opzione costosa.
Nel frattempo, l’impianto di GNL di Hammerfest in Norvegia ha interrotto le operazioni fino al 9 gennaio a causa di un guasto al compressore.
Prezzi gas e bollette sotto pressione nel 2025
Le forniture scarse e la competizione con la domanda asiatica – soprattutto in estate – per le forniture di GNL rischiano quindi di aumentare la pressione sul mercato, determinando un aumento dei costi.
La maggior competizione per le forniture di gas potrebbe tradursi in bollette energetiche più salate per un lasso di tempo più lungo, con prezzi all’ingrosso nel 2025 mediamente superiori a quelli dell’anno scorso.