Notizie Notizie Italia Futuro Carige appeso a un filo: senza compratore o AdC unica soluzione è salvagente dello Stato

Futuro Carige appeso a un filo: senza compratore o AdC unica soluzione è salvagente dello Stato

10 Aprile 2019 10:19

La tempesta di fine 2018 causò una vera e propria crisi di liquidità per Banca Carige, premessa per il repentino commissariamento deciso dalla Bce a inizio 2019. La bocciatura dell’aumento di capitale da 400 milioni, si legge nella relazione dei tre commissari dell’istituto, contribuì ad alimentare una crisi di liquidità, con la “rottura dei requisiti fissati dalla Bce sull’ammontare delle attività prontamente liquidabili da detenere in bilancio”.

 

I commissari straordinari di Banca Carige ritengono che l’operatività della banca e del gruppo possa continuare ad essere garantita sulla base della realizzazione di uno dei seguenti scenari alternativi: in primo luogo con il perseguimento, nel breve periodo, di una business combination oppure, se ciò non dovesse riuscire, con un aumento di capitale da 630 milioni di euro. Senza un partner o la ricapitalizzazione, la continuità aziendale sarebbe invece garantita “in ultima istanza dalla ricapitalizzazione precauzionale da parte dello Stato”.

Buco di raccolta a fine 2018, fuga dai conti correnti per 800 milioni 

I tre commissari di Banca Carige hanno messo nero su bianco lo tsunami che ha colpito l’istituto nel 2018 con la raccolta diretta scesa di 2,36 miliardi di euro, da 16,86 a 14,5 miliardi di euro. Dalla relazione sulla situazione economica al 31/12/2018 emerge che gran parte dei deflussi (1,82 miliardi) si sono concentrati nel quarto trimestre dell’anno, in coincidenza con il fallimento dell’aumento di capitale da 400 milioni di euro a causa del mancato appoggio della famiglia Malacalza. I tre commissari Fabio Innocenzi. Pietro Modiano. Raffaele Lener sottolineano come sia risparmiatori che aziende hanno voltato le spalle a Carige con la raccolta retail scesa dell’11,7% a 12,35 miliardi, mentre i grandi investitori hanno ridotto l’esposizione del 25,3% a 2,14 miliardi. Si è assistito da un lato alla diminuzione della raccolta obbligazionaria principalmente per il rimborso delle obbligazioni scadute nel secondo semestre dell’anno, dall’altro alla contrazione dei conti correnti e depositi liberi.

 

Dai conti correnti di Carige sono stati ritirati quasi 800 milioni di euro e altri 140 milioni sono usciti dai depositi vincolati. Le obbligazioni in circolazione sono diminuite di 1,4 miliardi di euro.

Attesa per offerta BlackRock

Tornando all’attualità, si aspetta l’offerta da parte di BlackRock. La Bce ha offerto più tempo per la presentazione dell’offerta, ma i tempi rimangono comunque molto stretti. Non c’è certezza che l’offerta del colosso Usa arrivi prima di Pasqua, ossia prima del cda dello Schema Volontario del Fondo interbancario di tutela dei depositi (Fitd), previsto il prossimo 17 aprile. Ieri il presidente del Fitd, Salvatore Maccarone, ha sottolineato che si sta aspettando i possibili sviluppi con la conversione del bond da 320 milioni di euro che molto probabilmente sarà inevitabile. Lo Schema volontario del Fitd per decidere la conversione del prestito dovrà convocare un’assemblea dei partecipanti “che ha un meccanismo troppo complesso”, sottolinea Maccarone.

 

“Io preferirei il rimborso dei titoli – ha detto Maccarone a margine della presentazione di un libro – ma credo che la conversione del nostro bond sarà inevitabile”.Maccarone ha specificato di non aver avuto ancora contatti con BlackRock e che sarà importante capire cosa vorranno fare gli altri soci della banca. “Noi il 17 aprile abbiamo in programma un cda, ma non so se entro quella data arriverà la proposta”, conclude Maccarone.