Futuro Bce: un falco al posto di Draghi destabilizzerebbe BTP e banche Italia
Al via le grandi manovre in seno alla Bce che da qui a fine 2019 vedrà un progressivo ricambio dei vertici, compreso il presidente Mario Draghi (il cui mandato scade a ottobre 2019). Si inizia in questi mesi con la sostituzione del vice presidente Vitor Constantio con l’ufficializzazione del nome del prescelto, l’irlandese Lane, in arrivo la prossima settimana.
L’Italia guarda con forte apprensione a tale marcia di avvicinamento poichè l’arrivo di un governatore meno “colomba” (tra i papabili c’è il falco tedesco Jens Weidmann) potrebbe mettere sotto pressione Btp, spread e a cascata anche il settore bancario.
Il banchiere Lane e il politico De Guindos si contendono la vicepresidenza
Il mandato di Constantio scadrà il 31 maggio. Il 19/20 febbraio la commissione dei rappresentanti dei ministeri delle finanze della zona euro si riunirà per votare sulla nomina del nuovo vice governatore. La decisione verrà poi formalizzata dal Consiglio Europeo il 22/23 marzo.
I leader dell‘Unione europea valuteranno martedì prossimo il candidato presentato dai ministri delle finanze della zona euro, che sono pronti a nominare ufficialmente Lane o de Guindos. La commissione economica del Parlamento europeo si è espressa a favore del governatore della banca centrale irlandese, Philip Lane, dopo le consultazioni con i due candidati, lo stesso Lane e lo spagnolo Luis de Guindos (ministro dell’Economia spagnolo).
Il parlamento ha solo un ruolo consultivo nel processo di nomina e le raccomandazioni non sono vincolanti. Tra i precedenti c’è quello di Yves Mersch, nominato nel 2012 nonostante un parere negativo del parlamento.
De Guindos risulta sostenuto da Spagna e Germania e nel Consiglio Ue. Lane, invece, avrebbe sostegni trasversali di altri paesi come l’Italia e potrebbe disporre di una maggioranza in Parlamento. De Guindos aveva già provato ad assumere un ruolo importante nelle istituzioni di Eurolandia correndo per la presidenza dell’Eurogruppo. Lo spagnolo potrebbe pagare la mancata esperienza nel sistema delle banche centrali e il fatto di essere un politico attivo e quindi una potenziale minaccia all’indipendenza della Bce.
Per il dopo Draghi possibili tensioni su BTP e banche
La vera partita si giocherà però l’anno prossimo con tre membri dell’Executive Board che lasceranno il posto, tra cui il presidente Mario Draghi che ha segnato in questi anni una svolta in seno alla Bce sostenendo una politica monetaria ultra-espansiva sfociata nel lancio del piano di quantitative easing. Nel corso del 2019 lasceranno le loro posizioni anche Benoit Coeure e Peter Praet. Inoltre saranno da rinnovare anche la presidenza del Consiglio di Vigilanza guidato da Daniele Nuoy e la presidenza della Commissione europea ora legata al lussemburghese Juncker.
“Un vero e proprio risiko delle scelte che probabilmente saranno fatte più per ragioni politiche che economiche – rimarca Filippo A. Diodovich , strategist di IG – e per l’Italia queste decisioni avranno un ruolo fondamentale tenendo conto il livello record del debito del Bel Paese”. Una scelta di un falco alla BCE, avverte l’esperto di IG, potrebbe portare forti tensioni sull’andamento dei rendimenti dei titoli decennali italiani e sul corso delle quotazioni delle banche italiane.