Notizie Notizie Italia Fugnoli, impostazione dei mercati prevalentemente positiva da qui a fine anno

Fugnoli, impostazione dei mercati prevalentemente positiva da qui a fine anno

19 Aprile 2007 07:12

Alessandro Fugnoli, strategist di Abaxbank, per fare il punto settimanale sui mercati azionari parte da due paradigmi, di stampo macroeconomico, che chiamano in causa gli Stati Uniti. Il primo paradigma ipotizza una crescita americana rallentata ma sostenibile e un’inflazione sopra la comfort zone della Federal Reserve (Fed) ma di pochissimo e soprattutto destinata nel tempo a ridiscendere. Il secondo paradigma è quello della stagflazione leggera, che ipotizza una crescita americana sotto il 2%, accompagnata da un’inflazione che rimane ostinatamente al livello attuale, rifiutandosi di perdere quei due o tre decimali di troppo.


Ora, come si ricollegano questi due paradigmi all’andamento delle Borse internazionali? Secondo Fugnoli il primo paradigma ha guidato il rialzo azionario della seconda metà dell’anno scorso e delle prime settimane di quest’anno, mentre a fine febbraio è subentrato il secondo paradigma, che in un èrimo momento ha portato scompiglio notevole sui mercati, ma poi, grazie a spostamenti quasi impercettibili nei dati americani di crescita e inflazione, è stato ristabilito il primato del primo. “A tonificare ulteriormente il recupero azionario – afferma lo strategist di Abaxbank – ci sono poi i primi risultati societari, ma anche qui tutto è all’insegna dell’ambiguità. La crescita degli utili anno su anno risulterà probabilmente vicina al 6%, ovvero la metà di quello che ci si aspettava tre mesi fa, ma il doppio di quello che si pensava due settimane fa. L’S&P500, per inciso, si trova oggi del 12,4% sopra il livello di un anno fa a quest’epoca. L’espansione dei multipli, croce e delizia della seconda parte dei bull market azionari, è cominciata”.


E allora, si domanda lo stesso Fugnoli, che cosa bisogna fare quando, come ora, il cielo appare sereno e tutto va come desiderato? Bisogna comperare perché tutto va bene o vendere perché la perfezione non è migliorabile per definizione? “Se le valutazioni azionarie fossero palesemente squilibrate – cerca di risolvere l’enigma Fugnoli – la risposta sarebbe facilitata. Ma non è così”. Ci sono infatti Borse che hanno corso troppo come Cina e India così come Borse che sono rimaste indietro senza particolari motivi (Giappone) o che sono ancora relativamente a buon mercato (Brasile). Ci sono settori in affanno (tutto quello che ruota intorno alla casa) così come settori con ottime potenzialità (farmaceutica, health care) o che potrebbero facilmente infiammarsi in qualsiasi momento (quello dei petroliferi americani su tutti).


Ma a prescindere da tutto ciò Fugnoli ritiene che “in pratica, poiché ipotizziamo uno scenario di base positivo per l’economia globale e di erosione solo graduale del tasso di crescita degli utili, il tono prevalente sui mercati rimarrà positivo nel medio periodo, inteso come da ora alla fine dell’anno, fatti salvi i momenti in cui prevarrà, comunque temporaneamente, il paradigma di minoranza, quello negativo, o quelli che i policy maker riterranno propizi per scrollate di mantenimento”. “Il movimento, tuttavia – aggiunge lo strategist di Abaxbank – sarà molto meno lineare di quello che ha contraddistinto i quasi nove mesi di rialzo dal luglio 2006 al febbraio 2007. Nel brevissimo ci sarà forse ancora del rialzo inerziale, dovuto soprattutto ai sottopesati che devono ancora riportarsi a neutrali. Il combustibile del rialzo sarà fornito dai dati sugli utili, che si protrarranno per le prossime tre settimane e che finiranno in crescendo con i petroliferi americani e poi con le società europee. Poi si aprirà una fase più contrastata”.