Ftse Mib: su quali titoli puntare negli ultimi 4 mesi 2019? Ecco i più sottovalutati

Quali sono le azioni italiane più sottovalutate? Piazza Affari si affaccia agli ultimi 4 mesi dell’anno con un bilancio ampiamente positivo (oltre +16% il Ftse Mib) grazie anche al corposo recupero della seconda metà di agosto innescato dalla svolta di governo con la possibilità di un’intesa M5S-Pd che è stata accolta con favore dagli investitori permettendo a Milano di sovraperformare con decisione gli altri mercati.
Le magnifiche 5 YTD e le peggiori 5
Da inizio anno il Ftse Mib presenta una impostazione rialzista. La classifica dei singoli titoli vede Azimut sempre in testa con +68%, seguita da Amplifon (+66,26%), Ferrari (+65,01%), Diasorin (+52,33%) e Leonardo (+44,96%). Le peggiori invece sono Pirelli & C (-15,78%) Ubi Banca (-8,41%), Banco Bpm (-7,04%), Bper Banca (-4,19%), Salvatore Ferragamo (-1,61%).
Prepararsi al rush finale 2019 guardando i target price
In attesa della conferma nei prossimi giorni della nascita di un governo giallorosso, tra le possibili strategie da mettere in atto per valutare al meglio quali siano ad oggi le migliori opportunità in Borsa è quella di scovare i titoli più sottovalutati. In tal senso, attraverso il tool DRA (Dynamic Rating Analysis) di SOS Trader – che raccoglie le raccomandazioni di tutte le banche d’affari – si può cercare di scovare le Azioni più sottovalutate nel medio termine.
Sos Trader mette in atto tre passaggi: 1) Individuare i target price degli ultimi 3, 6 e 12 mesi e farne una media con l’utilizzo del DRA; 2) Confrontare i Target Price medi con gli attuali valori di mercato; 3) Evidenziare quelle situazioni in cui questi 2 valori sono molto lontani fra di loro
L’idea di fondo è che se il target price medio degli ultimi mesi è molto maggiore ai livelli attuali, probabilmente c’è del “valore ancora inespresso nel titolo” nel medio termine.
Sell Amplifon e Buy Unicredit?
Cosa emerge da questo confronto? Il titolo Amplifon, tra i più performanti da inizio anno, ha un valore di mercato del 24,20% più elevato della media a 3 mesi del 27,29% della media semestrale e del 27,94% rispetto all’annuale. In sostanza secondo la media degli analisti il prezzo è decisamente più elevato del Fair Value.
Sul fronte opposto Unicredit. Considerando che la media dei target price a 3 mesi è di 14,654€ a 6 mesi di 15,375€ e a 12 mesi di 16,033€. “Tutti e tre valori sono più elevati di oltre il 30% dai prezzi attuali”, rimarca Sos Trader che quindi nel medio termine vede la possibilità di valore ancora inespresso nel titolo. “E’ chiaro però, che l’andamento dei titoli bancari è legato a doppio filo al rischio paese e dunque un eventuale ritorni di tensioni finanziarie sull’Italia condizionerà in maniera decisiva l’andamenti di tutti i titoli finanziari”, precisa Sos Trader.
La somma delle differenze nei 3 diversi periodi (3, 6 e 12 mesi) vede per Amplifon +79%, mentre Unicredit segna addirittura -101%. In generale le banche segnano saldi negativi abbastanza pronunciati.
Altri titoli a prezzi di saldo e il caso ENI
Anche Tenaris e Pirelli ai prezzi attuali risultano a valori decisamente più bassi dalla media dei target price degli ultimi mesi. Una riflessione speciale la merita ENI il cui target price medio degli ultimi 3 mesi (13,618€) è identico a quello degli ultimi 12 mesi. “Questo vuol dire che nonostante nell’ultimo anno il titolo ha perso il 17,87%, gli analisi rimangono fermi nella loro convinzione per cui il fai value è del 27% più elevato dai livelli attuali”, argomenta Sos Trader.
La strategia di Sos Trader prevede che, una volta individuati i titoli più sottovalutati, è necessario seguire giorno per giorno l’evoluzione dei target price prodotti dalle banche d’affari al fine di verificare che permanga lo spread fra valore di mercato e media dei giudizi. “Solo in tal caso è possibile cominciare una strategia che preveda tanti piccoli ingressi diluiti nel tempo, al fine di costruire un prezzo medio di carico adeguato”, conclude l’analisi del portale per investitori fondato da Pietro Di Lorenzo.