News Notizie Italia Ftse Mib chiude a +1%, in volata le utility

Ftse Mib chiude a +1%, in volata le utility

Pubblicato 20 Maggio 2020 Aggiornato 19 Luglio 2022 17:21
Piazza Affari chiude bene la seduta di metà ottava. Dopo una prima parte di giornata in affanno con molti titoli in netto calo, il Ftse Mib ha risalito la china ed è andato a chiudere in rialzo (+1,05% a 17.213 punti). A dare la spinta giusta ha contribuito ancora una volta Wall Street che segna rialzi nell’ordine del 2% oggi con l’emergere di speranze di un’economia Usa in ripresa con il progressivo allentamento del lockdown.

A Piazza Affari una spinta decisiva è arrivata da Enel, titolo di maggior peso di tutto il listino milanese e che è balzato del 3,56% a 6,252 euro. Già ala vigilia Enel si era distinto come uno dei pochi titoli in rialzo.

Rialzo superiore al 2% per Terna ed Hera. Tra le big si è mossa bene anche ENI (+0,54%) e rialzi nell'ordine del mezzo punto percentuale anche per Unicredit e Intesa Sanpaolo.

Chiusura debole a -1,58% per FCA che nel corso della giornata era arrivata a cedere oltre il 5% scendendo sotto i 7 eur. Il quotidiano MF ha riportato alcuni rumor secondo cui il dividendo straordinario di 5,5 miliardi di euro, la cui distribuzione è prevista dall'accordo di fusione tra il colosso e PSA, potrebbe essere a rischio. Il governo Conte starebbe valutando infatti l'ipotesi di congelare il dividendo per 12 mesi, nel caso in cui FCA accedesse alle garanzie SACE.

Peggior performer di giornata è Telecom Italia, affondata del 7,86% a 0,32 euro, bissando il crollo di ieri. A pesare sulle quotazioni i risultati del primo trimestre 2020. Il gruppo tlc ha registrato ricavi per 3,9 miliardi di euro, in calo dell’11% rispetto all’anno precedente e al di sotto delle aspettative degli analisti. Tim prevede che compenserà l’impatto negativo sui ricavi e sull’ebitda di Covid-19 con ulteriori efficienze in termini di costi e investimenti al fine di mantenere la sua guidance su Ebitda e capex. Equita prevede che l’Ebitda domestico di Tim per il 2020 diminuirà del 7,1%, più del consenso del 6,2%, comunque in ripresa significativa dopo il calo dell’11,6% visto nel primo trimestre.