Ftse Mib ancora in affanno: cosa dice l’analisi tecnica, alcuni spunti
Mercati ancora in affanno, Piazza Affari compresa. Dopo un avvio in rosso peggiora la situazione sulla Borsa di Milano che cede quasi il 3%. Nel dettaglio, l’indice Ftse Mib sta proseguendo la discesa vista negli ultimi giorni e ora perde circa il 2,5% a quota 23.357,45 punti (ieri ha chiuso nei pressi dei minimi di giornata a quota 23.958 punti con un -2,35%). A pesare sono ancora una volta gli sviluppi della guerra Russia-Ucraina, con la notizia dell’intensificarsi dei combattimenti, in particolare nei pressi della più grande centrale nucleare d’Europa. Ulteriore pressione è arrivata con la notizia di un incendio in una dependance della centrale nucleare ucraina di Zaporozhye, la più grande d’Europa, durante gli scontri tra le truppe russe e ucraine. L’incendio è stato domato e non è stato rilevato alcun aumento dei livelli di radiazioni.
Chi sale e chi scende
Osservando i singoli titoli, soffre il comparto bancario con pesanti ribassi di oltre il 6%. Si contendono la maglia di peggiori del listino milanese Bper Banca e UniCredit che indietreggiano rispettivamente del 6,7% e del 6,2%, completa il podio Banco Bpm con un calo del 5,4%. Ancora cali per Telecom Italia (-5,2%) dopo la debacle della vigilia. Ier il titolo del gruppo delle tlc ha chiuso a -13,99% a 0,2956 euro, arrivando nel corso della giornata a cedere oltre il 15% avvicinando i minimi storici del novembre 2020. La maggiore tlc italiana ha chiuso il 2021 con una perdita di 8,7 mld e la tlc ha deciso l’azzeramento del dividendo sia per le azioni ordinarie che per quelle risparmio. Il Piano Industriale 2022-2024 con l’attuale modello organizzativo e di business prevede ricavi da servizi in leggera crescita nel periodo di piano (crescita ‘low single digit’ del CAGR ‘21-’24, con 2022 in lieve decrescita); l’ebitda è atteso stabile nel periodo di piano con lieve declino quest’anno. Circa l’offerta di KKR, il cda di TIM ha detto che si esprimerà a breve.
La migliore del paniere principale di Piazza Affari è Inwit che guadagna terreno e sale di circa l’1,7%. In una nota diffusa ieri Tim ha precisato che l’offerta vincolante ricevuta dal consorzio di investitori istituzionali guidato da Ardian, in relazione all’acquisto della partecipazione indiretta in Inwit, ha per oggetto il 41% del capitale sociale della holding Daphne 3, che detiene il 30,2% del capitale sociale di Infrastrutture Wireless Italiane; il corrispettivo offerto ammonta a circa 1,3 miliardi di euro. Si rammenta che già un veicolo facente capo ad Ardian partecipa al capitale di Daphne 3 con una quota pari al 49%. Come già segnalato, il cda di Tim ha valutato positivamente l’offerta, dando mandato all’amministratore delegato, Pietro Labriola, di negoziare l’accordo. Segno più anche per Amplifon (+0,6%). Ieri la società ha diffuso i conti 2021 che hanno evidenziato ricavi e utile del IV trimestre oltre le attese di consensus.
Il punto tecnico sul Ftse Mib
Dopo il break della ex trend line rialzista avviata dai minimi di gennaio del 2020 e 2021 e della media mobile a 200 periodo, l’indice italiano ha confermato la fase di correzione perdendo circa il 12% e tornando proprio ieri sul supporto importante in area 24.000 punti. La situazione è in via di indebolimento, infatti, dai massimi di periodo del 5 gennaio a 28.212 punti il Ftse Mib ha perso oltre il 16%. In tale scenario, la conferma di oggi in chiusura dei 24.000 punti, ancora più importante perché ha valenza weekly, darebbe sfogo ai venditori verso il primo target a 23.400 punti e poi quello più profondo a 22.700, sui minimi di febbraio 2021. Al rialzo, invece, si consiglia massima cautela e bisognerà almeno attendere il recupero di area 25.000 punti per poi mettere nel mirino 25.400 e 26.000 punti. Si segnala, infine, che RSI è tornato in ipervenduto indicando che le pressioni ribassiste sono molto forti in questa fase di mercato.
Spunti dal mercato del lavoro Usa
Su scala internazionale, mentre il conflitto continua a dominare il sentiment dei mercati, gli operatori oggi guarderanno anche al fronte macro da dove giungeranno importanti indicazioni, tra cui spiccano i dati sul mercato del lavoro americano, in uscita nel primo pomeriggio italiano a meno di due settimane dalle decisioni della Federal Reserve. Gli economisti intervistati da Dow Jones prevedono una crescita di 440.000 nuovi posti di lavoro e un calo del tasso di disoccupazione al 3,9%. I salari orari sono attesi in crescita del 5,8% su base annua, a conferma di come l’inflazione, negli Stati Uniti, continui a rimanere alta.